Page 70 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
nessuno prevedeva, ne è la prova. Noi abbiamo bisogno di sistemare una volta per sempre, la
nostra situazione nei Balcani, donde la necessità di eliminare il pericolo dell’Italia. Ma Conrad
cadde perché l’Imperatore e il partito politico non vollero la guerra contro l’Italia, e una parte
dell’opinione pubblica, specie ungherese, è con essi».
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La conoscenza del piano segreto di guerra di Conrad contro l’Italia, che prevedeva un attacco
preventivo contemporaneo ad un’offensiva contro la Serbia, allarmò grandemente i vertici mi-
litari nel corso della parziale mobilitazione dell’esercito austro-ungarico attuata a seguito delle
guerre balcaniche. In tale occasione furono forniti agli informatori residenti nella Duplice Mo-
narchia delle precise istruzioni sotto forma di un questionario, contenente indicazioni particola-
reggiate, «mediante le quali essi potessero mettersi in grado di avvertire e segnalare prontamente
e senza pericolo d’equivoco ogni indizio di prossima mobilitazione, parziale o generale, e di
riferire esattamente circa i movimenti e concentramenti di radunata». 13
Notevoli furono le conseguenze del tradimento di Redl sul piano interno e internazionale. A
seguito delle perquisizioni dell’ufficio e dell’abitazione del Colonnello, le indagini dei servizi
segreti austriaci ammisero che «allo Stato era stato arrecato un immenso danno ideale e materia-
le, le cui dimensioni non si possono assolutamente valutare numericamente. […] Sull’esercito si
abbatté un’ondata di commenti maligni grondanti indignazione, sospetti e allusioni. In Galizia
scattò una vera e propria caccia agli ufficiali mediante denunce anonime, in Ungheria venne
montata una campagna contro Vienna e lo stato maggiore generale, nel contesto delle aspirazioni
per un esercito ungherese indipendente».
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La vicenda molto nota e studiata dagli storici, e da cui sono stati tratti anche dei film, ebbe già
all’epoca ampia risonanza sulla stampa di tutta Europa, suscitando grande scandalo ed imba-
razzo nella Duplice Monarchia. Così il caso fu descritto dall’addetto militare italiano a Vienna:
L’impressione prodotta dal fatto è qui grandissima e corrono voci probabilmente esagerate
di complici sospettati o in via di essere processati. Bisogna riflettere al conto nel quale è qui
tenuto lo stato maggiore, alla sua enorme influenza sullo sviluppo di tutte le attività militari,
per avere una giusta idea del senso di meraviglia e di disgusto prodotto da quanto è successo
e da quanto si teme ancora debba accadere. […] Il Redl era considerato come ufficiale di
grande avvenire, godeva della completa fiducia del generale Conrad ed ha coperto il posto
considerato qui come della più grande importanza di sotto capo dell’Evidenzbureau dello
stato maggiore. Si comprende facilmente il danno che il Redl ha potuto fare essendo in pos-
sesso di importantissimi documenti.
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Nel gennaio 1914 il conte Sternberg, nel corso di una conferenza al cospetto dei ministri della guer-
ra e degli esteri di Vienna, ammise tra i motivi principali che avevano indotto l’Austria-Ungheria
a non partecipare alla prima guerra balcanica, l’impreparazione militare e la consapevolezza
dell’esistenza di traditori fra gli ufficiali di alto rango. Egli affermava infatti: «Ora lo possiamo
dire apertamente che l’esercito non era bene armato e si sapeva pure che nei ranghi superiori
si trovavano dei traditori, di cui non si poteva impossessarsi. Era nota l’azione del colonnello
12 Stando alla memoria del Conrad del 1909, in caso di complicazioni balcaniche, l’Austria avrebbe dovuto approfittare per
attaccare l’Italia contemporaneamente alla Serbia ed al Montenegro (relazione dello Scacchiere Orientale, Atteggiamento
dell’Austria verso l’Italia: mire dell’Austria Ungheria nei Balcani nel momento attuale. Questione svizzera, ottobre 1912,
AUSSME, fondo G-22 Scacchiere Orientale).
Promemoria in data 23 maggio 1914, Istruzione ad uso degli informatori, Comando del Corpo di Stato Maggiore –
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Ufficio Informazioni, AUSSME, F-17 Ufficio R ed Ufficio I. Tali questionari ad uso degli agenti informativi furono appron-
tati anche per il caso di mobilitazione della Francia.
14 Albert Pethö, op. cit, LEG, Gorizia, 1998, p. 249, 252.
15 Rapporto n. 58/140 in data 31 maggio 1913, Spionaggio Redl, addetto militare alla regia ambasciata d’Italia a Vienna,
AUSSME, fondo G-22 Scacchiere Orientale. Il caso Redl ebbe ulteriori strascichi e portò al siluramento del capo del ser-
vizio informazioni austriaco, il colonnello Augusto Urbanski,
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