Page 74 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)






























               3.6 Zone della frontiera orientale interessate dalle ricognizioni oltre confine dei reggimenti alpini tra il 1899
               e il 1906

               disertori, nonché agli abitanti e viandanti del territorio occupato dalle truppe”.
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               In queste istruzioni, tenendo conto dell’utilità degli interrogatori e della necessità di saperli abil-
               mente condurre, si prescrive «il principio che presso ciascun corpo o comando sia, di massima,
               designato in modo stabile per tale incarico un ufficiale, che conosca a sufficienza la lingua in cui
               dovrà fare gli interrogatori, al quale riuscirà così più facile di collegare fra loro le varie notizie
               raccolte e di rendersi esatto conto della rispettiva attendibilità».  Anche in tempo di pace, al
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               moltiplicarsi delle occasioni d’incontro tra ufficiali italiani e stranieri, talvolta per trattare que-
               stioni della massima importanza, si riteneva necessario disporre di un buon numero di ufficiali
               con un’adeguata conoscenza delle lingue estere. 22
               Al fine del perfezionamento anche nelle lingue inglese, tedesca e russa si erano svolti, sin dal
               1911, esami di concorso tra ufficiali per il loro invio sussidiato all’estero.
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               Nel 1913, il Comando del Corpo di Stato Maggiore sollevava il problema dello scarsissimo
               numero di ufficiali ottimi conoscitori per esempio delle lingue slave e riteneva di porvi rimedio
               inviando militari a far pratica all’estero, dopo un corso teorico da istituire presso l’Istituto orien-
               tale di Napoli, previa autorizzazione del Ministero delle Colonie.
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               20   I manualetti erano destinati prioritariamente ai militari con l’incarico di pattugliatore nei reparti di cavalleria e truppe
               alpine, che, in caso di conflitto, si reputava potessero per primi entrare in contatto con elementi militari e civili asburgici. Si
               veda Michela Adami (ma Filippo Cappellano), L’Esercito Italiano e l’interrogatorio dei prigionieri nella grande guerra,
               Studi Storico-Militari 2008, SME - Ufficio Storico, Roma, 2010, pp. 435-463.
               21   Istruzione per gli interrogatori da farsi in tempo di guerra ad informatori, prigionieri e disertori, nonché agli abitanti e
               viandanti del territorio occupato dalle truppe, Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Informazioni, giugno 1914.
               22   Circolare n. 550 in data 22 marzo 1913, Studio delle lingue estere, Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio
               Segreteria, AUSSME, fondo F-4 Ufficio del Capo di Stato Maggiore. Pollio raccomandò agli ufficiali di stato maggiore di
               applicarsi nello studio delle lingue estere e soprattutto del tedesco.
               23   Circolare n. 590 in data 29 aprile 1911, Risultato degli esami di concorso per l’invio di ufficiali all’estero per perfe-
               zionarsi nella conoscenza delle lingue, Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Segreteria, AUSSME, fondo F-4
               Ufficio del Capo di Stato Maggiore, busta 42. Si veda anche la circolare n. 142 in data 20 aprile 1910 del “Giornale Militare
               Ufficiale”. L’uso di inviare ufficiali in Germania per l’apprendimento della lingua risaliva almeno al 1901. Due anni dopo
               furono aperti concorsi anche per la lingua russa ed araba.
               24   II foglio in data 23 dicembre 1913, Istruzione dei pattugliatori pratici di idiomi slavi, del Comando del Corpo di Stato
               Maggiore segnalò al Ministero della Guerra «le attuali condizioni di quasi assoluta mancanza di ufficiali che conoscano i dialetti
               slavi [...] e non è possibile fare unico assegnamento per l’avvenire su quei due o tre istruttori di cui oggi si dispone». Nell’ottobre
               1914 il Comandante designato d’armata in Genova informò il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito che: «In occasione di recen-


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