Page 76 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               probabili avversari, il servizio aveva dovuto essere limitato in ragione degli esigui fondi messi a
               sua disposizione, né mai potuti aumentare dal Ministero, malgrado le ripetute richieste fatte dal
               Comando del Corpo di Stato Maggiore».  30



               3.2 L’ATTIVITA’ CONTROINFORMATIVA


               La poLizia miLitare
               Nel dicembre 1912, la pubblicazione del Ministero della Guerra dal titolo Provvedimenti per
               prevenire lo spionaggio militare in tempo di pace. Istruzioni di polizia militare, aggiornava la
               precedente edizione del 1902 relativa agli indirizzi da adottare per il controspionaggio. Redatta
               col contributo dei Ministeri interessati alla materia, come quelli dell’Interno, della Marina, delle
               Finanze, degli Affari Esteri e dell’Agricoltura, Industria e Commercio, la pubblicazione enu-
               merava le forme di spionaggio nemico e i modi di esercitarlo, tra cui era compreso l’impiego di
               colombi viaggiatori.
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               Tra le categorie di persone che più facilmente potevano esercitare lo spionaggio figuravano:
               giornalisti; preti ed ascritti ad ordini monastici; disertori; guide e portatori alpini; individui noti
               per sentimenti ostili al proprio paese ed alle sue istituzioni; «quelli conosciuti per le loro idee
               esaltate e per l’odio agli attuali ordini sociali; ex militari rimossi o condannati; coloro, specie se
               donne, che conducono vita molto agiata senza apparenti risorse e dimostrano grande passione
               per la vita di società; coloro che, per il fatto della loro industria o commercio, si trovano in rela-
               zione necessaria con autorità militari (imprenditori, fornitori, operai, cantinieri, ecc.)». 32
               Per prevenire e reprimere lo spionaggio occorreva organizzare un adatto servizio di polizia,
               che funzionasse parallelamente alla polizia politica, giudiziaria e amministrativa. Il servizio di
               polizia militare si imperniava, da una parte sui comandi di corpo d’armata territoriale, dall’altra
               sull’Arma dei Carabinieri Reali. I comandi di corpo d’armata erano le autorità che meglio po-
               tevano accentrare e dirigere l’azione contro lo spionaggio, per la conoscenza approfondita che
               possedevano delle condizioni peculiari di ogni regione. L’Arma dei Carabinieri Reali era, a sua
               volta, la più adatta come ente esecutivo, per le sue caratteristiche militari, per le sue ampie rami-
               ficazioni in ogni parte del territorio, e per le sue relazioni con le autorità politiche e di pubblica
               sicurezza.
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               30   Dispacci ministeriali n. 81 del 23 ottobre 1913 e n. 129 in data 18 giugno 1914.
               31   Secondo la norma lo spionaggio si poteva esercitare: 1) raccogliendo clandestinamente notizie ed elementi di fatto
               mediante esplorazioni, ricognizioni e investigazioni su argomenti militari; 2) percorrendo le località ove con sotterfugi si
               intenda eseguire rilievi; 3) stabilendosi, in modo da non destare sospetti, in prossimità di posizioni fortificate o di importanti
               posizioni militari, per rilevarle e riconoscerle o fotografarle; 4) procurandosi notizie in genere, piani, disegni, fotografie,
               modelli, descrizioni, documenti e scritti riservati militari, per mezzo di funzionari corrotti od imprudenti che ne siano depo-
               sitari; 5) approfittando delle indiscrezioni o della negligenza di persone che sono a parte di segreti militari od abusando del-
               la loro buona fede; 6) intercettando o prendendo visione di lettere, telegrammi, corrispondenze, ecc.; 7) stabilendo linee di
               comunicazione con l’estero a mezzo di colombi viaggiatori, in modo da facilitare la trasmissione clandestina delle notizie.
               32   Importante era anche la vigilanza sull’importazione nel Regno di colombi viaggiatori e sull’esecuzione dei lavori edili
               inerenti alla difesa militare, i cui operai impiegati dovevano esibire un certificato del competente comando dei Carabinieri
               o ufficio di Pubblica Sicurezza, comprovante la propria buona condotta morale e politica. Di qualsiasi atto o sospetto di
               spionaggio doveva essere sollecitamente informato il comando del corpo d’armata competente per territorio, per le conse-
               guenti indagini e disposizioni di vigilanza.
               33   Anche le truppe del Regio Esercito che si trovavano di presidio o per esercitazioni o per lavori in zone di frontiera di-
               venivano indirettamente importanti organi di polizia militare, vigilando sulle persone che transitavano o sostavano e che
               potessero dar luogo a sospetti, impedendo loro di effettuare ricognizioni e raccolta di informazioni in genere e tutelando
               la riservatezza delle proprie esercitazioni. Soprattutto i reparti alpini nelle loro escursioni e nei loro soggiorni in località
               poco frequentate, potevano dare un validissimo concorso agli altri organi preposti alla polizia militare, incluse le brigate di
               Guardie di Finanza, gli agenti forestali e di Pubblica Sicurezza.


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