Page 80 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




                     Mentre si renderebbe necessario un accertamento di tutti gli stranieri residenti nel Regno,
                     allo scopo di stabilirne il numero, la nazionalità e le ragioni della loro dimora, il che fa-
                     ciliterebbe la loro sorveglianza, sarebbe particolarmente utile che dalle autorità di P.S. si
                     procedesse al controllo dei disertori che furono autorizzati a risiedere nelle rispettive giu-
                     risdizioni, allo scopo di poter procedere a carico dei contravventori e di applicare quindi
                     il provvedimento dell’espulsione. E similmente dovrebbero essere colpiti tutti gli stranieri
                     indiziati di spionaggio ed inscritti nei Registri delle persone sospette di spionaggio tenuti
                     dai comandi dell’Arma dei Carabinieri, e coloro che comunque facessero opera dannosa agli
                     interessi nostri in questo difficile momento politico. La mancanza di leggi speciali, la sover-
                     chia indulgenza delle nostre autorità giudicanti, la deficienza di personale incaricato special-
                     mente della polizia militare, mettono il nostro Paese in una palese condizione di inferiorità
                     rispetto agli altri in questo delicato ed importante ramo della sicurezza dello Stato, […]. 44



               3.3 LA PREPARAzIONE DURANTE LA NEUTRALITA’


               La carica di sottocapo di stato maggiore deLL’esercito
               Uno dei primissimi provvedimenti di Luigi Cadorna fu quello di trasferire l’Ufficio Informazioni
               alle dipendenze del Comandante in seconda del Corpo di Stato Maggiore, divenuto successiva-
               mente Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito.  Tale provvedimento, che sancì la fine di un
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               lungo periodo di collegamento diretto dell’Ufficio Informazioni con il Capo di Stato Maggiore,
               tradisce forse un certo scetticismo preconcetto verso alcune attività della branca informazioni
               emersa, del resto, negli interrogatori della Commissione d’Inchiesta su Caporetto, nel corso dei
               quali Cadorna non mancò di riferire che:

                        Lo  scopo  del  servizio  informazioni  è  indubbiamente  di  avere  tutte  le  noti-
                     zie  sul  nemico,  ma  devesi  riconoscere  però  che  ciò  è  molto  difficile.  Con  linee  di
                     centinaia  di  chilometri  un  servizio  di  spionaggio  fatto  sulla  Svizzera  non  dà  risul-
                     tati  anche  per  il  ritardo  con  cui  necessariamente  debbono  arrivare  le  notizie;  quin-
                     di  il  servizio  informazioni  non  può  fare  assegnamento  che  sui  prigionieri  e  sui  di-
                     sertori.  Io  ero  convinto  che  l’Ufficio  Informazioni  fosse  mediocremente  informato.
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               Cadorna non esitò però ad affidare all’Ufficio Informazioni, incarichi impegnativi come, nel
               gennaio 1915, l’attuazione di un complesso piano d’inganno, teso a distogliere l’attenzione au-
               stro-ungarica dai preparativi dell’azione principale italiana sull’Isonzo:






               44   Foglio n. 2272 in data 1° settembre 1914, Circa gli stranieri residenti nel Regno, Comando del Corpo di Stato Maggiore
               – Ufficio Informazioni, AUSSME, fondo G9 Ministero della Guerra – Divisione Stato Maggiore – Capo SMRE, busta 6.
               45   Ordine del giorno n. 20 del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito del 28 luglio 1914, AUSSME, fondo L3 Studi partico-
               lari, busta 297. Nel marzo 1915 con decreto n. 337 fu istituita la carica di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito che
               sostituì quella di Comandante in seconda del Corpo di Stato Maggiore.
               46   Verbale dell’interrogatorio del generale Luigi Cadorna, AUSSME, fondo H-4 Commissione d’inchiesta di Caporetto,
               busta n. 1. Cadorna così prosegue la sua deposizione: «tanto è vero che sono stato sempre in dubbio sulla direzione vera
               dell’attacco nemico ed anche quando si ebbero informazioni dall’ufficiale ceco che disertò, io non potevo escludere che
               l’attacco avvenisse non solo sulla Bainsizza ma anche sul Carso dove sapevo che vi era tutta una organizzazione dell’ar-
               tiglieria e sarebbe stato facile al nemico inviare con marce forzate 5 o 6 divisioni. […] Anche al tempo dell’offensiva
               trentina del 1916 l’Ufficio Informazioni non mi dettò mai fino all’ultimo giorno un’idea precisa dell’entità dello sforzo che
               il nemico intendeva fare; eppure si aveva a Innsbruck un sottufficiale austriaco che ha fatto un ottimo servizio segnalando
               continuamente il passaggio dei treni di truppe. Ma le notizie giungevano con ritardo, e poi quando avvenivano grandi spo-
               stamenti, le comunicazioni con la Svizzera venivano interrotte.


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