Page 84 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               Roma, per la Venezia Giulia e l’Istria a Pontebba, Udine e Venezia. La raccolta delle informa-
               zioni mediante queste due reti, abbastanza proficua fino alla fine del 1914, perché facilitata dalle
               frequenti diserzioni d’italiani reduci dai teatri di guerra, andò però diminuendo per il ridursi del
               numero di questi disertori, dovuto anche alla maggiore sorveglianza esercitata lungo la linea di
               confine. D’altra parte, era indispensabile che rimanessero nel territorio dell’Impero alcuni buoni
               elementi, senza dei quali il servizio non avrebbe potuto continuare anche dopo l’inizio delle
               ostilità.
               Presentava invece notevoli difficoltà l’estensione della rete al Tirolo, al Pustertal, «dati i sen-
               timenti delle popolazioni avverse a quanto sa di italiano e di un proverbiale lealismo verso la
               Monarchia degli Asburgo, la quasi impossibilità di agire su di loro colla corruzione ed il pericolo
               che in centri tanto piccoli, dove tutti si conoscono, incontrerebbero eventualmente degli emissari».





































               3.9 Cartolina militare d’anteguerra con sfilata di Kaiserjäger per le vie di Innsbruck, versata all’Ufficio Sto-
               rico dal Comando del Corpo di Stato Maggiore

               D’altra parte, si riteneva meno difficile il reperimento di agenti nella regione della media Sava
               compresa tra Klagenfurt-Lubiana-Agram e Graz, «facendo assegnamento, sia sulla simpatia che
               l’elemento sloveno dimostra da un po’ verso di noi per la concomitanza dei suoi interessi coi nostri,
               sia sulla sua avversione alla Duplice Monarchia, sia, infine, sulla sua venalità.». Per quanto riguar-
               da il cuore dell’Impero e in particolare Vienna, si iniziava a ricercare potenziali agenti tra gli Ita-
               liani, specialmente studenti, colà rimasti e tra elementi ebraici e femminili facilmente corruttibili.
               Veniva poi lamentata, la scarsa propensione all’attività informativa da parte del personale dei
               consolati italiani all’estero. Ciò strideva nel confronto con i consoli degli Imperi Centrali resi-
               denti in Italia, che erano ritenuti dei veri e propri uffici staccati d’informazioni e centri di raccol-
               ta di notizie utili per il rispettivo Paese:






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