Page 202 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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202 Le bande musicaLi miLitari daLL’unità d’itaLia aLLa prima metà deL novecento
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Operaia di Falerone, a beneficio dei Vecchi Soci inabili al lavoro l’autore offre”.
Giovanni Tarditi (Acqui Terme 1857- Roma 1935) inizia gli studi musicali col
maestro Pevengo (del quale ignoriamo il nome). Giovanissimo si arruola nelle bande
militari. Contemporaneamente si specializza negli studi, verosimilmente del flauto e
degli strumenti ad arco, sotto la guida di Pasquale Piacenza, poi con Achille Keller.
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Nei primi lavori la musica è “ricca di melodia, popolare, facile, suggestiva”. Il
conte Emanuele Guerrieri di Mirafiori, figlio naturale di Vittorio Emanuele II, intu-
isce la versatilità musicale del giovane Tarditi e lo invia a Firenze per proseguire gli
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studi con Mabellini, che in questi anni gode di grande prestigio. Nel 1879 Tarditi
si arruola nella Banda del 73° Reggimento Fanteria. Dirige alcune bande militari,
in particolare la Banda del 1° Granatieri di stanza a Roma, per trentadue anni. Da
sempre Roma è un crocevia di idee culturali ed artistiche. Nella Capitale è attivo
anche Vessella. Tarditi ne trae stimolo per nuove invenzioni. Si pone il problema
dell’esecuzione delle bande, si preoccupa di rendere più agevoli gli strumenti per
banda. Sua è l’invenzione di un tamburo più grande e più leggero. Interessante è
stato anche il “Volta-foglio” un congegno utile per agevolare l’orchestrale a voltar
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la pagina della partitura durante l’esecuzione. Ha scritto almeno trecentottanta
composizioni. Ha dedicato al presidente della Repubblica francese Raymond Poin-
caré (cugino di Henri Poincaré, famoso matematico) France et Italie: d’après la
Poliphonie Guerrière: Marseillaise et marche royale italienne entremelées, Bolo-
gna, Cocchi, 19.... Poincaré è stato presidente della Repubblica dal 1913 al 1920. Se
ne deduce che France et italie è stata pubblicata in questo arco di tempo.
L’ Inno a Roma di Tarditi è stato eseguito per «le feste centenarie della nascita di
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Giuseppe Garibaldi per incarico del comitato parlamentare». Il testo, che riportia-
mo in appendice, è di Enrico Golisciani, librettista e poeta. Oggi a noi il testo appare
eccessivamente retorico, ma ad uno sguardo più attento e nella collocazione storica
che gli compete, si presenta gradevole. L’Italia è una giovane nazione, siamo in
epoca postrisorgimentale, è naturale che i poeti costruiscano con enfasi i suoi miti.
444 enrica doniSi, Le Scuole Musicali, cit., pp. 15, 171, 217, 229n, 239; franceSco Strivella,
Un Pensiero, “[…] marcia di Francesco Strivella maestro della Banda municipale di Gra-
doli” (Viterbo), G. Muzzi editore proprietario, Roma, «La Banda», 188..., partitura di Ban-
da n. 83; Polka, Firenze, Lapini, 18...
445 Cito direttamente da giovanni tarditi, L’Inno a Roma, Roma, Tipografia Istituto Gould,
1905 - Roma, Carocci, 1907, p. 2.
446 Ibidem.
447 gaSPare nello vetro, Le Bande Musicali, cit., p. 254.
448 giovanni tarditi, L’Inno a Roma, cit., frontespizio.