Page 25 - Lealtà e Compromissione - La Discriminazione nei Fondi Archivistici della Marina Militare - Storia, Archivi e Biografie
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3.  I «DIMENTICATI»  DELL’ESTREMO ORIENTE.
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                     LA STORIA DEI PRIGIONIERI DI GUERRA

                     ATTRAVERSO LE CARTE DELLA COMMISSIONE

                     D’INCHIESTA CORPO EQUIPAGGI MILITARI

                     MARITTIMI DI NAPOLI




                     Sara Vannozzi






            3.1  IL QUADRO IN ESTREMO ORIENTE                           riormente e si ampliò la rappresentanza militare italiana a
                 ALLA VIGILIA E DOPO L’ARMISTIZIO                       Tokyo. Dopo l’insuccesso delle operazioni belliche in Africa
                                                                        Orientale Italiana, è noto che alcune navi militari lì stan-
                  a presenza della Marina Militare italiana nelle regio-  ziate riuscirono a forzare il blocco degli Alleati prima della
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                  ni dell’Estremo Oriente  era consolidata già prima    caduta della regione in mani britanniche e ad arrivare nelle
            Ldella Seconda guerra mondiale. In Cina nel 1901, in        acque controllate dal Giappone. Furono la nave coloniale
            seguito alla rivolta dei Boxer, l’Italia aveva ottenuto accor-  Eritrea che, partita da Massaua il 19 febbraio 1941, giunse
            di per mantenere la Legazione d’Italia a Pechino, un Di-    a Kobe il 22 marzo dello stesso anno e successivamente si
            staccamento a Shan-Hai-Kwan, un Consolato ad Hankow,        spostò a Shanghai, in Cina, e la bananiera Ramb II, che ri-
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            un Forte a Ta-ku e una Concessione nella città di Tientsin.   mase a Kobe come Calitea II .
            Successivamente il Regno d’Italia ebbe autorizzazione ad    Dopo lo scoppio delle ostilità anche nel Pacifico, in segui-
            inviare un distaccamento anche a Shanghai, nelle more del-  to all’attacco di Pearl Harbor il 7 dicembre 1941, divenne
            la Concessione internazionale .                             impossibile spezzare il blocco degli Alleati per procedere ai
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            Il Regno d’Italia aveva destinato diversi reparti di Marina   rifornimenti tramite mercantili e si ricorse all’uso di som-
            a presidio dei luoghi concessi, fu così che dopo la Prima   mergibili adattati al trasporto di materiali, tra i quali gli
            guerra mondiale si costituì un battaglione italiano in Cina   italiani Giuliani, Torelli e Comandante Cappellini. Il porto di
            composto da appartenenti al Battaglione San Marco il qua-   attracco era a Singapore, colonia inglese caduta in mano
            le, dopo lo scoppio della crisi sino-giapponese del 1937,   giapponese nel febbraio 1942.
            fu scisso in due gruppi principali con sede a Tientsin e    L’indagine storica, effettuata in occasione dello scavo archi-
            Shanghai. Con la creazione di un governo filo-giapponese    vistico, va precisato, ha avuto ad oggetto anche la ricogni-
            la capitale fu poi spostata da Pechino a Nanchino e le sedi   zione della unità navali presenti in Estremo Oriente, grazie
            diplomatiche a Shanghai.                                    alla quale è stato possibile ricostruire non solo le denomina-
            All’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale in   zioni e la localizzazione delle navi, ma anche indentificarne
            Estremo Oriente erano presenti rappresentanze diplomati-    gli equipaggi. Se ne fornisce, di seguito, in maniera sche-
            che, comunità di civili, reparti militari e navi mercantili   matica, la composizione.
            italiane  in Cina, Giappone e Thailandia. Il 27 settembre   Alla vigilia dell’8 settembre 1943 la situazione della Mari-
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            1940, in seguito alla stipula del Patto Tripartito, i rapporti   na italiana in Cina era la seguente:
            di cooperazione tra Giappone e Italia si rafforzarono ulte-  -  A Shanghai si trovavano:


            67  «Dimenticati» si definirono gli italiani a Shanghai nell’ottobre   gli avvenimenti all’atto e dopo l’Armistizio in Estremo Oriente,
            1946 in un’istanza inviata all’Ambasciatore italiano in Cina Sergio   soffermandosi anche sulle vicende dei militari nei campi di
            Fenaltea, il quale in quei tempi lavorò con solerzia per risolvere   prigionia. Non è stato possibile rintracciare, però, con certezza le
            il problema del rimpatrio dei cittadini italiani rimasti in Estremo   fonti utilizzate nella ricostruzione storica.
            Oriente.                                                    Si ringrazia l’ammiraglio Giuliano Manzari per le informazioni in
            Vedasi il telespresso n. 480 dell’Ambasciata d’Italia di Nanchino   merito alla prigionia dei militari italiani in Estremo Oriente e gli
            del 10 ottobre 1946, in USMM, fondo  Guerra negli scacchieri   spunti di riflessione offerti per questo lavoro.
            extrametropolitani, b. 2 “Scacchiere Estremo Oriente”.      70  In questo lavoro non si farà menzione dei reparti mercantili
            68  D’ora in avanti E.O..                                   italiani presenti in Estremo Oriente, si rimanda per un quadro a G.
            69   Per i  cenni  storici  si  farà  riferimento  a  Giuliano  Manzari,   Manzari, Il ritorno dall’oblio, cit..
            Il ritorno dall’oblio. Gli internati e i prigionieri di guerra italiani in   71  Nella documentazione in esame è sempre riportata semplicemente
            Estremo Oriente, Roma, Edizioni A.N.R.P., 1998. Il testo ripercorre   come “Calitea”.

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