Page 29 - Lealtà e Compromissione - La Discriminazione nei Fondi Archivistici della Marina Militare - Storia, Archivi e Biografie
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I «DIMENTICATI» DELL’ESTREMO ORIENTE. LA STORIA DEI PRIGIONIERI DI GUERRA
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A Kobe, dopo l’autoaffondamento della nave Calitea, l’e- Tokyo , nelle quali erano considerati internati civili ,
quipaggio fu rinchiuso per giorni nel palazzo della camera contrassegnati da un numero e sorvegliati dalla polizia
di commercio locale e il comandante Mazzella fu portato militare giapponese, la Kempeitai. Altri furono invece
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altrove, separato dal resto dell’equipaggio . Successiva- imbarcati come lavoratori civili su navi tedesche: è il caso
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mente, intorno al 25 settembre 1943, tutti furono dichia- delle navi Mosel e Havenstein.
rati prigionieri di guerra, contrassegnati con un numero Sulla prima, impiegata per trasporti locali, furono imbarca-
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di prigionia e trasferiti nel campo di concentramento di ti alcuni militari italiani fino all’affondamento della nave
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Hirohata , nella provincia di Himeji, distretto di Osaka. a causa di una mina nei pressi di Shimonoseki (Giappone) il
Nel campo vi erano due comandi, uno giapponese e uno 18 aprile 1945 ; sulla Havenstein furono impiegati circa
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italiano , quest’ultimo in mano al tenente di vascello Ben- 42 ex prigionieri italiani fino all’abbattimento del piro-
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tivoglio e, in seguito, al tenente di vascello Scotto di Per- scafo sotto un bombardamento alleato nel porto di Takao
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ta, i quali insieme ad altri militari imponevano un clima (Formosa, Taiwan) il 12 ottobre 1944 , nel quale moriro-
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di terrore nel campo, controllando i servizi di mensa, pic- no militari italiani e dopo il quale i superstiti riuscirono a
chiando e maltrattando i compagni di prigionia che pro- rientrare a Kobe solo nel febbraio 1945.
testavano per la scarsità del vitto. La sofferenza più grande Gli equipaggi presenti a Singapore, vale a dire quelli dei
per gli internati nel campo di Hirohata era infatti la fame, sommergibili Giuliani, Torelli e Cappellini - quest’ultimo
a tal punto che le relazioni dei prigionieri rimpatriati ri- scortato nella città da Sabang - furono inizialmente rin-
portano con insistenza il dato quantitativo della perdita di chiusi nei loro alloggi e in seguito trasferiti in un campo di
peso, subita nei mesi di prigionia, condizione estrema che concentramento fuori dalla città di Singapore, nel quale si
indusse il 2° capo infermiere Bordino a riferire che la de- trovavano già alcuni prigionieri indiani .
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nutrizione era tale da rendere lui e i suoi compagni incapaci La scelta dell’adesione fu sottoposta agli internati italiani
di muoversi dalla posizione distesa. nel novembre 1943. Rifiutarono di firmare tutti gli ufficiali
Anche nel campo di Hirohata fu sottoposta ai militari ita- del sommergibile Giuliani e alcuni del Torelli, mentre l’equi-
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liani la scelta dell’adesione alla RSI in cambio della liber- paggio del Cappellini aderì al completo . Risulta inoltre
tà, con sottoscrizione dell’impegno di non sabotaggio nei che sia il sommergibile Cappellini che il Torelli furono ri-
confronti delle autorità giapponesi . In seguito all’ade- messi in efficienza, passarono in mani tedesche e su di essi
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sione, che probabilmente avvenne pressoché in massa , furono impiegati alcuni militari italiani .
alcuni furono liberati come civili nell’aprile 1944 e altri Altri militari furono inviati, sotto le autorità tedesche, a
nel luglio 1944, ma solamente dopo la liberazione ven- Batavia (Giacarta, Indonesia) dove rimasero fino alla fine
nero a conoscenza degli accordi intercorsi tra le autorità del conflitto, quando l’isola fu occupata dalle forze armate
giapponesi e italiane in merito al lavoro obbligatorio . olandesi.
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Una volta liberati in molti furono infatti inviati a lavo- Altri ancora furono imbarcati su navi tedesche: è il caso
rare nelle acciaierie Shibaura Denki di Adachi-ku presso delle navi Burgenland, Weserland, Braghe, Quito e Bogotà.
94 Ibidem, fascc. 189, 229 e 238. pieno il significato, ne sono esempio i fascc. 189, 198, 257 e 515.
95 Ibidem, fascc. 249. 101 Non è riportato in nessuna relazione il numero di quanti,
96 Ibidem, fascc. 83, 107, 189. Il sergente Scialanga, fasc. 468, prigionieri nel campo di Hirohata, non aderirono.
riferisce che si trovava a circa 2 ore di treno da Kobe. Del campo di 102 Ibidem, fasc. 257.
Hirohata sono presenti nelle carte inventariate quattro certificati di 103 In alcune relazioni con lo stesso nome è designato un campo di
prigionia, o copie di essi, in USMM, fondo Commissione d’Inchiesta concentramento, non è stato possibile stabilire con certezza se vi
Corpo Equipaggi militari marittimi di Napoli, fascc. 41, 83, 158, 389. era un campo vicino alle acciaierie oppure se il riferimento è alle
Si veda il certificato di prigionia nel Campo di concentramento di fabbriche stesse.
Hirohata rilasciato dalla Polizia della Prefettura di Hyogo, Kobe 104 Lo testimoniano i fascc. 92, 497, 328, 227, 257, 297.
(Giappone), in lingua inglese riportato nella appendice fotografica 105 Non è stato possibile risalire al numero esatto, nelle carte
(Fig. 3). inventariate risultano in numero di 21.
97 Questa condizione fece affermare al fuochista Pino di essere stato 106 Ibidem, fascc. 158, 160, 243, 490, 516.
«due volte prigioniero», prima prigioniero dichiarato dai giapponesi, 107 Così riporta il sottocapo Quaranta. Ibidem, fasc. 322.
poi internato maltrattato dal comando italiano nel campo. USMM, 108 Il sottocapo Quaranta riporta che morirono 26 compagni. Ibidem,
fondo Commissione d’Inchiesta Corpo Equipaggi militari marittimi di fasc. 322.
Napoli, fasc. 515. 109 Solamente il sottocapo Pastore, fasc. 421, riporta il nome del
98 Il capo di seconda classe Peirano elenca i nomi del gruppo formatosi campo Mebto, ma non si trova riscontro in nessun’altra relazione.
intorno ai comandanti nel campo. Si veda anche la relazione del Dal riassunto degli eventi in USMM, fondo Periodo postbellico dopo l’8
marinaio Di Liso il quale definisce il loro comando un “regime di settembre 1943 - Commissione centrale discriminazione/epurazione, b. 31,
terrore e di fame”. Ibidem, fascc. 249 e 289. risulta che i militari furono prigionieri nei campi di Kanji, di Sime
99 Ibidem, fasc. 163. Road, di Sebarang e infine di Changi.
100 Dalla documentazione si può dedurre che i militari furono costretti 110 Ibidem, fascc. 60, 288, 507, 458.
a firmare fogli scritti in lingua giapponese senza comprenderne a 111 Ibidem, fascc. 199 e 462.
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