Page 28 - Lealtà e Compromissione - La Discriminazione nei Fondi Archivistici della Marina Militare - Storia, Archivi e Biografie
P. 28

LEALTÀ E COMPROMISSIONE: LA DISCRIMINAZIONE NEI FONDI ARCHIVISTICI DELLA MARINA MILITARE. STORIA, ARCHIVI E BIOGRAFIE
            dall’Italia, l’incapacità di immaginare di servire un gover-  dell’ordine. Tra coloro che, pur avendo aderito, riuscirono
            no che non fosse quello sotto cui erano stati educati e si   a rendersi indipendenti sottraendosi in tal modo dopo la
            erano formati. Dopo l’adesione alla RSI e la liberazione, ai   guerra all’accusa di collaborazionismo con le forze nemiche,
            militari italiani fu vietato di indossare la divisa e da quel   ci furono alcuni che, in uno scenario che evoca scene tratte
            momento in poi furono considerati alla stregua di civili ap-  dalla filmografia contemporanea, trovarono impiego in una
                                                                                                                           87
            partenenti a paese neutrale. In tale condizione nacque poi   squadra di calcio di un proprietario cinese a Shanghai  e
            un Comitato italiano, guidato dal capitano di corvetta Bor-  altri che trovarono una collocazione lavorativa diversificata
            dandini Baldassarri, che aveva il compito di provvedere al   in città. La sorte di coloro che non aderirono fu meno va-
            controllo delle attività degli italiani di Shanghai e al rispet-  riegata: fu la prigionia fino alla liberazione da parte degli
            to degli accordi stretti tra le autorità fasciste repubblicane   Alleati. Un internamento  patito in più campi con conti-
                                                                                               88
            in Estremo Oriente e il governo giapponese.                 nui trasferimenti dalla Cina fino in Giappone. Gli ufficiali
            Questi patti prevedevano, per la Cina, che tutti gli apparte-  e tutti coloro che vennero ritenuti responsabili dalle autori-
            nenti agli Enti Marina abili al lavoro, al fine di cooperare agli   tà giapponesi degli atti di affondamento delle navi, furono
                                                                                                                         89
            scopi della vittoria comune seppur «non consentiti di coo-  processati dalla corte marziale e condannati al carcere .
            perare come arma combattente», dovessero collaborare, rice-  A Tientsin le vicende furono simili. Rinchiusi nella caser-
            vendo compenso dal Comitato italiano, con il «lavoro obbli-  ma Ermanno Carlotto, il 19 ottobre 1943, i militari fu-
            gatorio in aziende utili alla guerra» e, se stanziati a Tientsin e   rono riuniti in assemblea dal comandante Dell’Acqua  e
                                                                                                                          90
            Pechino, dovessero essere trasferiti gradualmente a Shanghai   ricevettero l’ordine di aderire alla RSI per avere salva la
            per l’impiego nell’Arsenale giapponese di Nantao . Veniva   vita. La sorte, sia degli aderenti alla RSI che di coloro che
                                                         82
            inoltre concessa la possibilità di ottenere la licenza illimitata   rifiutarono  di firmare, fu la stessa dei compagni di Shan-
                                                                                  91
            senza assegni nel caso in cui il militare dimostrasse di aver   ghai. Chi scelse di aderire al governo fascista fu liberato nel
            trovato un impiego in modo autonomo, idoneo a consentire    gennaio 1944 e successivamente anche a Tientsin si formò
            il suo sostentamento fuori dalla caserma. Coloro che rifiuta-  un Comitato di controllo. A Pechino la situazione fu leg-
            vano il lavoro obbligatorio di collaborazione con le autorità   germente diversa. Il comandante Maraschin ordinò a tutti i
            giapponesi erano puniti con la galera  oppure erano costretti   suoi sottoposti di aderire alla RSI e rimanere uniti a prote-
                                             83
            con la forza; altri ancora venivano sottoposti a sorveglianza   zione della Guardia e della Stazione Radio, ma, trattandosi
            se rifiutavano di iscriversi al nuovo Partito fascista repubbli-  in maggioranza di personale specializzato in comunicazione
                                      84
            cano ricostituito a Shanghai . Alcuni riuscirono ad evitare   radiotelegrafica, le autorità italiane acconsentirono alla col-
            il lavoro pesante negli arsenali perché furono impiegati nei   laborazione con le forze giapponesi o tedesche nella stessa
            servizi della caserma italiana.                             Stazione Radio occupata.
            Nei cantieri navali di Shanghai ci furono spesso proteste   Altri furono inviati presso la caserma di Tientsin o riusciro-
            da parte dei lavoratori italiani a causa delle condizioni di   no a rendersi indipendenti, ma, anche in questo caso, coloro
                                                                                                                      92
            lavoro pesanti e la mancanza di sicurezza. I cantieri erano   che rifiutarono la collaborazione furono incarcerati .
            infatti bersaglio di bombardamenti alleati. Il 19 dicem-    La sorte di coloro che erano destinati in Giappone o a Sin-
            bre 1944, durante uno di questi bombardamenti morirono      gapore fu, se possibile, ancora più penosa. A Tokyo l’am-
            17 militari italiani  e molti altri furono ricoverati negli   basciata fu riorganizzata dopo il riconoscimento da parte
                              85
            ospedali vicini. Alla tragedia seguirono degli scioperi, ai   del Giappone del governo fascista di Salò e l’incarico degli
            quali la gendarmeria giapponese rispose con l’arresto de-   Affari esteri della RSI fu affidato al colonnello Omero Prin-
                                                                             93
                                     86
            gli autori delle rimostranze , accusati di essere sovvertitori   cipini , già addetto militare in Cina.
            82  Il riferimento preciso è riportato dal sottocapo Vitiello - vedasi fasc.   hanno aderito alla RSI”.
            391 - che lavorò presso i cantieri di Kiangnag, come molti altri, e   90  Per riferimenti più circostanziati si vedano i fascc. 120, 139, 287
            il cannoniere Valentino - vedasi fasc. 505 - che riporta il nome dei   del fondo USMM, fondo  Commissione d’Inchiesta Corpo Equipaggi
            cantieri di Shanghai Chiusin Deck. Ibidem, fascc. 391 e 505.  militari marittimi di Napoli.
            83  Ibidem, fascc. 92 e 148.                                91  Nella relazione del secondo capo Aucelli, fasc. 406, è riportato che
            84  Ibidem, fascc. 438 e 447.                               10 sottoufficiali e il marinaio Pennasilico scelsero di non aderire,
            85  La descrizione dell’evento è riportata nei fascc. 148 e 272.   il  fasc.  425, riporta  che  su 200  solo  in  24  militari  non  avevano
            86  Ibidem, fascc. 334 e 436.                               intenzione di aderire. Per l’elenco dei lealisti e soprattutto degli
            87  Ibidem, fascc. 188 e 286.                               ufficiali che non aderirono, si veda la relazione dettagliata del capo
            88  Uno dei risultati della ricerca storico-documentale è stato il   di prima classe Pupino sugli avvenimenti a Tientsin, inviata con
            censimento dei campi di internamento in Estremo Oriente ove   la nave Eritrea, in USMM, fondo Periodo postbellico dopo l’8 settembre
            furono reclusi i militari italiani dedotti dalle relazioni.   1943 - Commissione centrale discriminazione/epurazione, b. 31, fasc.
            89  Relazione del capitano di vascello Prelli del 4 ottobre 1945,   “Estremo Oriente, Pratiche generali, relazioni varie”.
            scritta a Manila e diretta all’Ambasciatore d’Italia a Washington,   92  Il secondo capo Pellizon riferisce che fu imprigionato con altri
            in USMM, fondo  Periodo postbellico dopo l’8 settembre 1943 -   9  colleghi.  USMM,  fondo  Commissione  d’Inchiesta  Corpo  Equipaggi
            Commissione centrale discriminazione/epurazione, b. 31, fasc. “Elenco   militari marittimi di Napoli, fasc. 84.
            personale R. Marina internato in Giappone dopo l’8/9/1943. Non   93  Ibidem, fasc. 466.

              26
   23   24   25   26   27   28   29   30   31   32   33