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LEALTÀ E COMPROMISSIONE: LA DISCRIMINAZIONE NEI FONDI ARCHIVISTICI DELLA MARINA MILITARE. STORIA, ARCHIVI E BIOGRAFIE
dall’Italia, l’incapacità di immaginare di servire un gover- dell’ordine. Tra coloro che, pur avendo aderito, riuscirono
no che non fosse quello sotto cui erano stati educati e si a rendersi indipendenti sottraendosi in tal modo dopo la
erano formati. Dopo l’adesione alla RSI e la liberazione, ai guerra all’accusa di collaborazionismo con le forze nemiche,
militari italiani fu vietato di indossare la divisa e da quel ci furono alcuni che, in uno scenario che evoca scene tratte
momento in poi furono considerati alla stregua di civili ap- dalla filmografia contemporanea, trovarono impiego in una
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partenenti a paese neutrale. In tale condizione nacque poi squadra di calcio di un proprietario cinese a Shanghai e
un Comitato italiano, guidato dal capitano di corvetta Bor- altri che trovarono una collocazione lavorativa diversificata
dandini Baldassarri, che aveva il compito di provvedere al in città. La sorte di coloro che non aderirono fu meno va-
controllo delle attività degli italiani di Shanghai e al rispet- riegata: fu la prigionia fino alla liberazione da parte degli
to degli accordi stretti tra le autorità fasciste repubblicane Alleati. Un internamento patito in più campi con conti-
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in Estremo Oriente e il governo giapponese. nui trasferimenti dalla Cina fino in Giappone. Gli ufficiali
Questi patti prevedevano, per la Cina, che tutti gli apparte- e tutti coloro che vennero ritenuti responsabili dalle autori-
nenti agli Enti Marina abili al lavoro, al fine di cooperare agli tà giapponesi degli atti di affondamento delle navi, furono
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scopi della vittoria comune seppur «non consentiti di coo- processati dalla corte marziale e condannati al carcere .
perare come arma combattente», dovessero collaborare, rice- A Tientsin le vicende furono simili. Rinchiusi nella caser-
vendo compenso dal Comitato italiano, con il «lavoro obbli- ma Ermanno Carlotto, il 19 ottobre 1943, i militari fu-
gatorio in aziende utili alla guerra» e, se stanziati a Tientsin e rono riuniti in assemblea dal comandante Dell’Acqua e
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Pechino, dovessero essere trasferiti gradualmente a Shanghai ricevettero l’ordine di aderire alla RSI per avere salva la
per l’impiego nell’Arsenale giapponese di Nantao . Veniva vita. La sorte, sia degli aderenti alla RSI che di coloro che
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inoltre concessa la possibilità di ottenere la licenza illimitata rifiutarono di firmare, fu la stessa dei compagni di Shan-
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senza assegni nel caso in cui il militare dimostrasse di aver ghai. Chi scelse di aderire al governo fascista fu liberato nel
trovato un impiego in modo autonomo, idoneo a consentire gennaio 1944 e successivamente anche a Tientsin si formò
il suo sostentamento fuori dalla caserma. Coloro che rifiuta- un Comitato di controllo. A Pechino la situazione fu leg-
vano il lavoro obbligatorio di collaborazione con le autorità germente diversa. Il comandante Maraschin ordinò a tutti i
giapponesi erano puniti con la galera oppure erano costretti suoi sottoposti di aderire alla RSI e rimanere uniti a prote-
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con la forza; altri ancora venivano sottoposti a sorveglianza zione della Guardia e della Stazione Radio, ma, trattandosi
se rifiutavano di iscriversi al nuovo Partito fascista repubbli- in maggioranza di personale specializzato in comunicazione
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cano ricostituito a Shanghai . Alcuni riuscirono ad evitare radiotelegrafica, le autorità italiane acconsentirono alla col-
il lavoro pesante negli arsenali perché furono impiegati nei laborazione con le forze giapponesi o tedesche nella stessa
servizi della caserma italiana. Stazione Radio occupata.
Nei cantieri navali di Shanghai ci furono spesso proteste Altri furono inviati presso la caserma di Tientsin o riusciro-
da parte dei lavoratori italiani a causa delle condizioni di no a rendersi indipendenti, ma, anche in questo caso, coloro
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lavoro pesanti e la mancanza di sicurezza. I cantieri erano che rifiutarono la collaborazione furono incarcerati .
infatti bersaglio di bombardamenti alleati. Il 19 dicem- La sorte di coloro che erano destinati in Giappone o a Sin-
bre 1944, durante uno di questi bombardamenti morirono gapore fu, se possibile, ancora più penosa. A Tokyo l’am-
17 militari italiani e molti altri furono ricoverati negli basciata fu riorganizzata dopo il riconoscimento da parte
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ospedali vicini. Alla tragedia seguirono degli scioperi, ai del Giappone del governo fascista di Salò e l’incarico degli
quali la gendarmeria giapponese rispose con l’arresto de- Affari esteri della RSI fu affidato al colonnello Omero Prin-
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gli autori delle rimostranze , accusati di essere sovvertitori cipini , già addetto militare in Cina.
82 Il riferimento preciso è riportato dal sottocapo Vitiello - vedasi fasc. hanno aderito alla RSI”.
391 - che lavorò presso i cantieri di Kiangnag, come molti altri, e 90 Per riferimenti più circostanziati si vedano i fascc. 120, 139, 287
il cannoniere Valentino - vedasi fasc. 505 - che riporta il nome dei del fondo USMM, fondo Commissione d’Inchiesta Corpo Equipaggi
cantieri di Shanghai Chiusin Deck. Ibidem, fascc. 391 e 505. militari marittimi di Napoli.
83 Ibidem, fascc. 92 e 148. 91 Nella relazione del secondo capo Aucelli, fasc. 406, è riportato che
84 Ibidem, fascc. 438 e 447. 10 sottoufficiali e il marinaio Pennasilico scelsero di non aderire,
85 La descrizione dell’evento è riportata nei fascc. 148 e 272. il fasc. 425, riporta che su 200 solo in 24 militari non avevano
86 Ibidem, fascc. 334 e 436. intenzione di aderire. Per l’elenco dei lealisti e soprattutto degli
87 Ibidem, fascc. 188 e 286. ufficiali che non aderirono, si veda la relazione dettagliata del capo
88 Uno dei risultati della ricerca storico-documentale è stato il di prima classe Pupino sugli avvenimenti a Tientsin, inviata con
censimento dei campi di internamento in Estremo Oriente ove la nave Eritrea, in USMM, fondo Periodo postbellico dopo l’8 settembre
furono reclusi i militari italiani dedotti dalle relazioni. 1943 - Commissione centrale discriminazione/epurazione, b. 31, fasc.
89 Relazione del capitano di vascello Prelli del 4 ottobre 1945, “Estremo Oriente, Pratiche generali, relazioni varie”.
scritta a Manila e diretta all’Ambasciatore d’Italia a Washington, 92 Il secondo capo Pellizon riferisce che fu imprigionato con altri
in USMM, fondo Periodo postbellico dopo l’8 settembre 1943 - 9 colleghi. USMM, fondo Commissione d’Inchiesta Corpo Equipaggi
Commissione centrale discriminazione/epurazione, b. 31, fasc. “Elenco militari marittimi di Napoli, fasc. 84.
personale R. Marina internato in Giappone dopo l’8/9/1943. Non 93 Ibidem, fasc. 466.
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