Page 188 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA  PARTECIPAZIONE  ITALIANA  ALLA  SPEDIZIONE  INTERNAZIONALE  CONTRO  I  BOXER...   179


         delle  truppe  internazionali  nella  Città  Proibita:  in  testa  al  contingente  italiano
         Paolini, Olivieri e Sirianni con i loro uomini e, poi, una compagnia del Fieramosca.
         Grazie  all'interessamento  del  Ministro  Salvago  Raggi,  i  marinai  del Fieramosca
         poterono  trasferirsi  in  una  Pagoda  nei  giardini  imperiali.  Il  21  agosto  il  Vettor
         Pisani,  appena giunto a Ta-ku,  mise  a  terra due compagnie da sbarco agli  ordini
         del  tenente  di  vascello  Annibale  Colli  di  Felizzano.  Raggiunta Tien-tsin,  dove  il
         comando  tappa era stato affidato al  sottotenente di  vascello  Camillo  Premoli,  il
         24 il  contingente proseguì,  in  treno,  per Pechino giungendo fino a  13  chilometri
         dalla capitale, per poi procedere a piedi sotto una pioggia torrenziale che costrinse
         a  effettuare  varie  fermate.  Il  30  il  contingente  giunse  a  Tung-ciao,  ove,  per un
         disgraziato accidente, ebbe un morto e due feriti. Finalmente, la sera dellO settembre,
         il contingente raggiunse gli altri marinai a Pechino dando vita al Battaglione Marinai,
         forte di circa 500 uomini. Le due compagnie del Pisani non portarono, però, alcuna
         provvista.  Il  12 settembre Pechino fu  divisa ulteriormente. Il  Battaglione Marinai
         occupò una parte della Città tartara, lungo il  lato occidentale, presso la  porta Si-
         tce-men,  fornendo  la  guardia  alla  porta stessa,  in  concorso  con  i giapponesi;
         espletava,  inoltre,  servizio  di  guardia alla  Legazione, stabilendo il  distaccamento
         nelle  Pagode  imperiali, sulla sponda settentrionale del  lago  di  Loto e nelle  Serre
         imperiali.  Una  delle  Pagode  fu  ribattezzata  "Caserma  Duca  degli  Abruzzi".  Le
         altre  potenze  avevano  intanto  cominciato  a  condurre  spedizioni  fuori  città  per
         assicurarsi il  possesso di una zona di sicurezza intorno a Pechino e, in prospettiva,
         ulteriori concessioni da parte del  Governo imperiale.  Da Ta-ku  il  comando della
         Forza  Navale  Oceanica  tentava  di  impegnare  anche  gli  uomini  del  Battaglione
         Marinai, impresa non facile,  poiché queste operazioni, in  particolare se  rivolte al
         soccorso delle missioni cattoliche, erano osteggiate dai  francesi.


         Le  Regie Truppe Italiane nell'Estremo Oriente
              Come era accaduto altre volte,  la  questione cinese era scoppiata trovando il
         Governo italiano scarsamente preparato. La difesa del prestigio nazionale imponeva
         comunque di  partecipare al  pitl  presto, assieme alle altre Potenze, alla guerra che
         andava profilandosi (27).  Come visto,  furono  fatte  partire alcune  navi  da guerra e
         fu  organizzato un contingente di truppe terrestri, battezzato Regie Truppe Italiane
         nell'Estremo Oriente(28), ponendolo al comando del colonnello Vincenzo Garioni(29).
         Per il suo trasporto in Cina furono noleggiati i piroscafi Singapore,  Giava e Marco
         Minghetti, della Navigazione Generale Italiana "Società Riunite Florio-Rubattino",
         per il  viaggio  da  Napoli  a  Ta-ku,  e  San  Gottardo,  della  Dufour  &  Pruzzo,  con
         partenza da La Spezia, per il trasporto dei soli materiali. Sorsero non poche difficoltà
         dovute  alla  fretta,  alla  scarsa  esperienza  di  trasporti  oceanici,  con  materiale  che
         spesso eccedeva illimitato spazio a disposizione. Qualche problema ulteriore derivò
         dall'ordine  seguito  nello  stivare  a  bordo  i materiali  e  parte di  esso  rimase  sulle
         chiatte nel  porto di  imbarco, perché le  stive erano già colme ed i ponti ingombri.
         L:eccessivo carico dei piroscafi richiese particolari attenzioni anche per il personale.
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