Page 209 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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200 GIUI.IANO MANZARI
Giuseppe Ferraro e Filippo Vanzini. Questa volta la truppa era molto meglio preparata che
due mesi prima. L'ammiraglio Candiani aveva fatto approntare a Shan-hai-kwan cappucci e
gambali di lana, e si erano adottate anche per i marinai le scarpe alpine dell'Esercito, ch'erano
chiodate e un po' troppo pesanti per i non abituati, ma certo più resistenti di quelle previste
a bordo delle navi.
(37) Oltre a un Quartier Generale tedesco essa così costituita:
• tedeschi: un battaglione di fanteria, uno squadrone di cavalleria, una sezione di artiglieria;
una grossa colonna di carri con 200 cammelli;
• austriaci: una compagnia (4 ufficiali e 120 uomini);
• italiani: due compagnie di fanteria, una compagnia bersaglieri, una compagnia marinai;
una batteria di pezzi da sbarco; salmerie.
In totale: 24 ufficiali, 575 uomini, 190 quadrupedi, 4 cannoni e 68 carretti con viveri per
15 giorni.
L'artiglieria fu concentrata in un unico reparto.
(38) Il 2 e 3 gennaio 1901, Calabria e Vettor Pisani, con elementi delle compagnie da
sbarco, effettuarono delle azioni che portarono alla cattura di alcuni pirati e dei loro sampan.
I soldati italiani effettuarono una azione armata dal 19 al 20 gennaio 1901 a Pin-ku-hsien.
(39) Victor Purcell, La rivolta dei Boxer, Rizzali, Milano, 1972, p. 329.
(40) Considerati i cambi dell'epoca, la cifra iniziale corrispondeva a circa 1 miliardo e
675 milioni di lire del 1900, pari a circa 40000 miliardi di lire attuali.
(41) Comunque, ancora nel settembre del 1904 vi erano, tra Pechino e il mare, per
controllarne le comunicazioni, 8839 militari di cui 737 italiani (443 dell'esercito e 294 di
Marina). Vedi appendice 2.
(42) L'atto formale, firmato a Pechino, fu concluso dall'Inviato Straordinario e Ministro
Plenipotenziario di S.M. il Re d'Italia in Cina, conte Giovanni Gallina, che aveva sostituito
Salvago Raggi.
AI momento di entrare nella Seconda guerra Mondiale, il Giappone, di fatto, abolì le
Concessioni Straniere in Cina. Nel 1943 la Gran Bretagna e gli Stati Uniti rinunciarono ai
loro diritti in favore del Governo alleato di Chang kai-scek. La Francia rinunciò ai propri
diritti nel 1946.
Già nel gennaio 1943, in relazione alle condizioni che si erano venute a determinare
in Cina (con l'occupazione giapponese, la costituzione di un governo cinese filo giapponese)
e la firma del Patto Tripartito, il Governo italiano aveva comunicato a quello nazionale
cinese la decisione di consentire, in linea di massima, alla retrocessione delle sue Concessioni
ed alla rinuncia ai diritti di extraterritorialità sino ad allora goduti dai cittadini italiani in
Cina. Il 29 marzo 1943, il Governo italiano rinunciava, in favore del governo di Wang-ching-
wie, ai propri diritti amministrativi nel Quartiere delle Legazioni di Pechino, e, il 23 giugno
1943, a quelli nella Concessione Internazionale di Shanghai. Il 15 luglio 1944, il governo
della Repubblica Sociale Italiana, rinunciava alla Concessione a Tien-tsin e al diritto di tenere
guarnigioni italiane in Cina.
Tali rinunce furono confermate dal Governo italiano legittimo al maresciallo Chang kai-
shek, nel dicembre 1944. Comunque il contenzioso italo-cinese si trascinò oltre la fine del
conflitto e entrò a far parte delle discussioni relative al Trattato di Pace. Il 23 maggio 1946 fu
ceduto il Magazzino che le navi italiane avevano a Shanghai.
Durante la Sessione del 15/30 settembre 1946, della Conferenza della Pace di Parigi, la
Commissione Politica italiana, il27 settembre, adottò all'unanimità le proposte, come modificate