Page 204 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA SPEDIZIONE INTERNAZIONALE CONTRO I BOXER 000
operativo dal territorio nazionale. Il servizio doveva essere assicurato dalle R.
Navi. Spesso, però, queste erano impegnate altrove o, d'inverno, quando il
ghiaccio impediva la navigazione nella zona di Ta-ku, si trovavano in sorgi tori
lontani dalla dislocazione delle truppe. Il Servizio si rivelò molto scarso, ciò che
causò malcontento nella truppa, influendo negativamente sul morale. Per migliorarlo
ci si avvalse della Posta tedesca. Fra settembre e novembre del 1900 il servizio
si svolse irregolarmente e fu affidato a qualche saltuario corriere. Nei mesi
successivi la Posta non giunse che un paio di volte al mese e, un mese, una sola
volta. Eppure vi erano due servizi settimanali della Lloyd & Peninsular, da Napoli
e Brindisi per Shanghai. Solo nell'aprile 1901 fu autorizzato dal Ministero
l'impiego delle navi di tale società per il servizio postale(49). Il Corpo di Spedizione
ebbe maggiori perdite per problemi legati a malattie (colera, dissenteria, tifo,
ecc.) che per l'azione nemica. Un notevole contributo a limitare gli effetti delle
malattie locali fu dato dalla presenza delle navi da guerra e dei medici destinativi
che avevano già esperienza di dislocazione in acque tropicali. Come detto,
nell'inverno 1900/1901, sempre rigido nelle acque del Pe Ci-li, una cinquantina
di soldati ritenuti fisicamente poco idonei alle severe condizioni climatiche,
furono imbarcati sulle navi che andarono a svernare in acque più miti. L'armamento
individuale risultò all'altezza delle esigenze e in linea con quello degli altri
contingenti. Qualche problema fu palesato dagli elmetti dei soldati (i marinai
ne erano sprovvisti) perché risultò facilmente deformabile e poco pratico.
Nell'assedio delle Legazioni gl'ave fu il problema del munizionamento che risultò
numericamente scarso; anche questo, però, rientra nel problema più vasto della
mancanza di mezzi di trasporto poiché difficilmente gli uomini avrebbero
potuto trasportare un numero significativamente superiore di munizioni. Nelle
condizioni particolari del combattimento in città si fece sentire la mancanza di
una granata da lanciare a mano e, probabilmente, dall'esperienza fatta a Pechino,
derivarono gli studi che portarono alcune Nazioni a disporre della bomba a mano
nella Prima Guerra Mondiale. Gravi difetti palesò l'equipaggiamento: le uniformi
si rivelarono poco adatte al clima, di scarsa qualità e fattura. Drammatica fu la
mancanza di indumenti di lana e insufficiente fu la dotazione di due coperte (se
ne dovette acquistare una terza in Giappone). Lo stiva letto alpino adottato per
le truppe di rivelò troppo pesante, comunque superiore alle scarpe di bordo che
i marinai dovettero impiegare a terra. Comunque l'impiego di un buon numero
di soldati e marinai in operazioni ove erano impegnati molti reparti di altre
nazioni, fu fonte di confronto e esperienza sia per i quadri, sia per la truppa e
mise in luce alcune delle migliori qualità del soldato italiano, dimostratosi sempre
disciplinato e, spesso, anche coraggioso. L'impiego al fuoco dimostrò le capacità
dei singoli e la migliore rispondenza di alcune categorie rispetto ad altre. Il
contingente italiano dimostrò comunque delle doti umane che ancora ne caJ'atte-
rizzano l'impiego nelle missioni militari in tempo di pace.