Page 203 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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            poteva  agire  con  sufficiente  e  accettabile  efficienza  solo  se  impiegato  nel  suo
            complesso;  quando  impiegato  separata mente,  il  comando  dei  vari  distaccamenti
            poteva essere esercitato solo dagli ufficiali che espletavano già un incarico di comando.
            Inoltre  il  Corpo  di  Spedizione  ebbe  una  doppia  dipendenza:  dal  Gran  Quartier
            Generale,  in  campo  internazionale,  e  dall'ammiraglio  Candiani,  comandante  la
            Squadra  Navale  dell'Estremo  Oriente,  in  campo  nazionale;  i due  comandi  erano
            fra  loro  indipendenti,  ciò che  rese  difficoltoso  il  coordinamento e  portò anche  a
            contrastanti vedute d'impiego. Inoltre, il fatto che il comando italiano fosse imbarcato
            e, quindi, spesso le  navi  fossero  in porti lontani, aumentò le difficoltà di colloquio
            indispensabili  per un buon impiego operativo.
                Anche  le  relazioni  con gli  altri  contingenti  furono  rese  problematiche dalla
            scarsità di  ufficiali  del  comando e furono  mantenute, praticamente, direttamente
            dal colonnello Garioni e dai due comandanti di battaglione (ci scappò anche qualche
            morto per azione dei contingenti amici).
                Un grave problema fu quello della amministrazione della Legge e della Giustizia,
            sia  nei  confronti  dei  militari  dipendenti, sia  in  quello  dei  civili locali.  La  tardiva
            dichiarazione  dello  stato  di  guerra  (29  novembre  1900),  rese  problematica  la
            applicazione della legislazione di  guerra e dei relativi Tribunali; la  legislazione di
            pace si  dimostrò insufficiente, per mancanza dei  necessari elementi per applicarla
            nella composizione del  Corpo di Spedizione(48).
                Nella sua  composizione,  il  Corpo  di  Spedizione  palesò  tre  gravi  deficienze
            che  ne  limitarono notevolmente  l'impiego  operativo:  scarsezza di  cavalleria e  di
            artiglieria,  mancanza di  mezzi  di  trasporto.  Per  far  fronte alle  diverse  esigenze si
            dovette sopperire d'iniziativa, facendo  ricorso alle  risorse  locali.
                Alla mancanza di cavalleria, particolarmente necessaria per compiti esplorativi
            e informativi, si ovviò montando 16 uomini per battaglione e 8 marinai, ottenendo
            cosÌ un reparto di 40 uomini montati, ma con cavalcature e bardature reperite sul
            posto e,  quindi, di scarsa qualità e affidabilità.
                Per l'artiglieria si fece ricorso alle batterie da sbarco della Marina, che, però,
            disponeva  di  un  limitatissimo  numero  di  pezzi  e,  per  giunta,  di  calibro  molto
            piccolo  (37 mm).
                La mancanza di mezzi di trasporto incise pesantemente sulle possibilità operative
            del  Corpo di  Spedizione  limitandone drasticamente le  capacità logistiche. Anche
            in questo caso si  fece  ricorso a mezzi  di  fortuna:  carriaggi, animali da traino e da
            soma  reperiti  localmente;  essendo  arrivato  buon  ultimo,  il  contingente  italiano
            trovò sul  posto  solo  materiale  di  scarsissima  qualità  poiché  gli  altri  avevano  già
            preso tutto quello più efficiente.
                Influenza  negativa  sul  morale  delle  Truppe  ebbe  la  scarsa  efficienza  del
            Servizio Postale, problema evidentemente affrontato solo superficialmente in fase
            di  pianificazione  e  che  non  teneva  conto  della  grande  lontananza  del  teatro
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