Page 202 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
P. 202

LA  PARTECIPAZIONE  ITALIANA  ALLA  SPEDIZIONE  INTERNAZIONALE  CONTRO  I  BOXER ".   193


          soldati regolari cinesi di rientrare nella capitale. La città di Tien-tsin, ad esclusione
          delle  Concessioni,  ritornò  ai  cinesi.  Dopo  la  firma  del  Trattato  di  pace,  il  17
          settembre 1901 le truppe straniere lasciarono Pechino e,  il 22 dello stesso mese,
          la  regione del  Ci-li.  Con Regio Decreto n°  338, in  data 23  giugno 1901, venne
          istituita la Medaglia Commemorativa per la Campagna in Estremo Oriente (Cina),
          che portava al verso la scritta CINA e il  cui nastrino era giallo con righe azzurre.
          La guerra era proprio finita e, a partire dal settembre 1901 (44)  ed entro il  1905,
          il  contingente  del  Regio  Esercito  fu  rimpatriato (45),  venendo  progressivamente
           rilevato  dal  personale  della  Regia  Marina,  cui  rimase  il  compito  di  rappre-
          sentare  l'Italia  in  Estremo  Oriente, sia  a  terra  in  quattro distaccamenti (46),  sia
          in  mare  con  le  navi  mantenute  in  permanenza  nelle  acque  cinesi.  La  Marina,
           per un certo periodo, esercitò "di fatto" anche il Servizio Consolare. La presenza
           navale  e  di  personale  a  terra della Marina  doveva  continuare  ininterrotta fino
          al  9  settembre  1943 (47).


          Considerazioni sul Corpo di  Spedizione italiano. Inconvenienti e problemi

               Numerosi  furono  gli  inconvenienti  e  i  problemi  incontrati  dal  Corpo  di
          Spedizione, peraltro puntualmente segnalati dal suo comandante e dall'ammiraglio
           Candiani  e,  altrettanto  puntualmente  ignorati  dai  comandi  centrali,  dagli  stati
           maggiori  e dal  Ministero,  tanto che alcuni  di  essi  possono ancora considerarsi di
           attualità,  poiché si  sono ripresentati nella missione  in corso in Kossovo.
               Si è già accennato ai  problemi relativi all'imbarco, al  trasporto e allo sbarco
           delle  truppe  e dei  materiali.  Nonostante qualche  anno  prima si  fosse  dovuto già
           affrontare il problema del trasporto di truppe in Africa per la conquista dell'Eritrea
           e che anche per la crisi di Creta si fosse operato un trasporto di contingenti militari,
           non esistevano ancora  navi  adibite al  trasporto  delle  truppe e  i piani  di  imbarco
           e di  stivaggio  furono  affidati  più all'iniziativa  individuale  che  a  un piano presta-
           bilito.  Durante  il  viaggio  si  verificarono  epidemie  fra  la  truppa  e  malattie  fra  i
           quadrupedi.  Parte  del  materiale,  prezioso  data  la  lontananza  dalla  Madrepatria
           che ne rendeva problematica la reintegrazione, andò perduto per difetto di stivaggio
           o  per impossibilità di  controllo durante  la  navigazione.
               Non si  pensò nemmeno di aumentare la scarsa dotazione di barche a vapore
           delle  navi  da guerra inviate in  Cina, pur essendo note le  difficoltà di navigazione
           rappresentate dalla barra alla  foce  del  fiume  Pei-ho.
               l?impiego del Corpo di Spedizione fu  reso problematico dall'esiguità dei quadri,
           specie del  comando, formato da solo 4  ufficiali  (a  titolo di  esempio si  ricorda che
           il  contingente britannico  molto più  numeroso di  quello  italiano, disponeva  di  un
          comando  costituito  da  59  ufficiali  con  cariche  definite  e  27  a  disposizione  per
           impegni speciali). Dati i mezzi di comunicazione a disposizione, il Corpo di Spedizione
   197   198   199   200   201   202   203   204   205   206   207