Page 207 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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                 (19)  Poche ore dopo, la sera del 21, il  comandante Casella fece sbarcare il guardiamarina
             Eugenio  Minisini  e  altri  nove  marinai  dell'Elba  e  del  Calabria  per  mantenere  un  minimo  di
             guardia al tratto del Forte affidato agli italiani. Con questo contingente i due incrociatori italiani,
             complessivamente,  avevano  messo  a  terra  7  ufficiali  e  133  uomini;  restava  a  bordo  solo  il
             personale strettamente necessario  per consentire alle  navi  di  muovere a velocità economica.
                 (20)  Il  comandante Thomann rimase  ucciso  nel  corso dei combattimenti del  12 agosto.
                 (21)  Marinaio Francesco Guoffo e cannoniere Angelo Versace.
                 (22)  Marinaio Leonardo Mazza.
                 (23)  La  Biblioteca conteneva  moltissime  opere  di  gran  valore,  di  cui  alcune  uniche. Tra
             di  esse  lo  Yung Lo Ta Tien,  l'enciclopedia commissionata dal secondo imperatore della dinastia
             Ming,  alla  cui  stesura  avevano  lavorato  più  di  2000 studiosi,  che  l'avevano  completata  nel
             1407.  Non  era  mai  stata  stampata  e  l'unica  altra  copia  fattane  era  andata  distrutta  in  un
             incendio  nel  XVI  secolo.
                 (24)  Si  trattava del  cannoniere Luigi  Fanciulli,  del  cannoniere scelto Adeodato RoseHi  e
             del  marinaio  Giovanni  Colombo.  Il  giorno  dopo  furono  estratti  i corpi  del  secondo  capo
             cannoniere Pietro  Marielli  e del  cannoniere scelto  Damiano Piacenza.
                 (25)  Dei  militari  italiani  presenti  a  Pechino  (2  ufficiali,  2  sottufficiali  e  37 marinai)  Il
             morirono  (un  sottufficiale  e  lO  marinai),  16  (fra  cui  i due  ufficiali)  furono  feriti.  Per  il  loro
             comportamento, Paolini e Olivi eri  furono  decorati  di  Medaglia d'Oro al  Valor Militare.
                 (26)  La  Corte imperiale rientrò a Pechino il 6 giugno  1902.
                 (27)  La  Dichiarazione dello  Stato di  Guerra dell'Italia  con  la  Cina fu  sancita  dal  R.D.
             n°  432  del  29  novembre  1900,  a  decorrere  dal  30  maggio  1900;  il  R.D.  n°  568  del  26
             dicembre  1901, fissò  la cessazione delle  ostilità per ilIo gennaio  1902.
                 (28)  Furono  inviati  il  tenente  colonnello  di  Stato  Maggiore  Enrico  De  Chaurand  de
             Sainte  Eustache e il capitano di  artiglieria in  Servizio  di  Stato  Maggiore Antonio  Ferigo  quali
             addetti al  Gran Quartier Generale delle Truppe Internazionali.
                 Per  la  composizione delle  Regie Truppe  nell'Estremo Oriente si  rimanda ali' Appendice  1.
                 La  consistenza della  Divisione  Navale dell'Estremo Oriente fu  portata a sette  navi.
                 (29)  Il principe Vittorio Emanuele, in  data 29 luglio 1900, dallo yacht Jela appena giunto
             al  Pireo,  scriveva  al  suo  già  precettore  colonnello  Osio:  " ... Spero  che  Garioni  e  Salsa  non si
             mangeranno fra  di  loro nella pallida China.  Carioni stentatamente !Jarla  il francese,  e Salsa ... E
             pensare  che,  per esempio a  Napoli  ho  Di Maio  che  parla  e scrive  francese,  inglese,  tedesco,  e
             russo,  oltre  l'amarico  e  l'arabo ...  e  pensare  che  come  e  meglio  di  Salsa  tutti ne conoscono
             tanti ...  "  Un  giudizio  che  non  sembra,  poi,  confermato  dai  fatti.  Lo  stesso  giorno,  a  Monza,
             verso le  22.30, il re  Umberto I,  veniva assassinato con tre colpi di  pistola.
                 Mario Bondioli Osio, La giovinezza di Vittorio Emanuele III,  nei  documenti dell'Archivio
             Osio, Si monelli,  Cuneo, 1998, p.  702.
                 Il  9  settembre,  diventato  re,  Vittorio  Emanuele,  scriveva:  " ... La  China  è  diventata  una
             preoccupazione  non  indifferente;  mi trovo  fra  due  correnti e  per  ora  le  ho  potute dominare;
             alcuni  vogliono  conquistare  una  fetta  della  China,  altri  invece  vogliono  non  sentire  a  parlare
             dell'Estremo  Oriente.  La  verità è che  la  China  per noi non sarà  mai una colonia agricola,  non
             producendo che prodotti eguali ai nostri e non avendo posto per una larga espansione di !Jopolazione
             euro!Jea,  poiché i chinesi muojono di fame  !Jerché  trop!Ji  in  casa  loro;  e le  miniere di carbone
             dello Shan  Si sono un miraggio,  perché lontane dal mare,  in territorio vicino al territorio russo,
             e perché le  spese di viaggio  dalla  China  in  Italia  S0110  tali da  togliere ogni profitto all'esercizio
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