Page 27 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LE CAMPAGNE OCEANICI-IE DELLA REGIA MARINA 19
Il Ministero, per dare un aiuto al comandante, aumentò il numero degli
ufficiali con quattro sottotenenti di vascello, ai quali si aggiunse il tenente di vascello
Bilie della Reale Marina danese, in viaggio di istruzione.
Infine, su designazione del Ministero dell'Agricoltura, venivano destinati a
bordo il professor senatore De Filippi, il professor Giglioli, "col trattamento di
ufficiale superiore" ed il preparatore tecnico Biasi(26).
L'ordine di operazione(27) dettava istruzioni dettagliate sia per l'uso della
macchina ( ... "la Magenta dovrà navigare alla vela" ... ) da usarsi solo in alcuni
casi, che per la navigazione; raccomandava "la disciplina ed il benessere del
marinaro"; la protezione dei missionari "senza aver riguardo alla loro nazionalità";
la solidarietà con gli europei qualora in difficoltà, e dava tutte le raccoman-
dazioni del caso, ribadendo che "noi non cerchiamo nell'Estremo Oriente che
nuove vie pel nostro commercio, sulle basi dci libero scambio; non volendo
tollerare soprusi per parte di chi si sia a danno dei nostri interessi e dei nostri
concittadini, il Governo del Re vuoi dovunque rispettare gli usi e le leggi
straniere" .
Augurando "felicissima navigazione" il Ministro Angioletti concludeva
affermando di ritenere "che la Magenta corrisponderà pienamente all'aspettativa
del Governo e del Paese".
È chiaro che lo scopo principale dell'invio della Magenta in Cina e Giappone
era quello di stabilire contatti tra l'Italia ed i due paesi orientali.
Prima della partenza per Montevideo il comandante Anninjon era stato inviato
a Parigi per conferire con Shibata Hiugano Kami, con cui ebbe un colloquio di
un'ora: fu ragguagliato sulla situazione politica piuttosto confusa in Giappone,
coinvolto se non in una guerra civile, almeno in disordini causati da fazioni. Dal
rappresentante giapponese il comandante ebbe il consiglio di "non approdare a
Yeddo arrivando al Giappone ma sibbene a Nagasaki o Yokohama perché i governatori
di quelle città avevano istruzioni di trattare con gli europei, mentre che in ogni
altro luogo forse non saremmo stati così facilmente accolti ed avremmo incontrato
maggiori ostacoli", oltre la promessa che avrebbe scritto al suo governo per una
presentazione dell'arrivo della nave italiana.
Dopo aver imbarcato la componente scientifica ed imbarcati i viveri, i doni
e l'equipaggio prescelto (fu imbarcata anche la cosiddetta "carne in piedi" ma si
trattava in buona parte di buoi selvaggi che si agitarono non poco procurando
danni per cui molti dovettero essere uccisi) la partenza avvenne da Montevideo
il 2 febbraio 1866, dirigendo per levante a latitudini basse, passando il Capo a
circa 500 miglia, dirigendo quindi a Nord Est e toccando Batavia dopo 85 giorni