Page 30 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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22 TIBERIO MORO
Rientrato a bordo, il comandante dispone che venga alzato "il gala di bandiere,
per festeggiare il primo atto politico del Regno d'Italia con l'Estremo Oriente".
La partenza dal Giappone avvenne il 1 settembre e dopo otto giorni furono
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toccate le coste cinesi; il 27 la Magenta dava fondo a Taku.
Da qui la missione diplomatica partiva per Pechino, via mare fino a Tien-Tsin,
mentre i naturalisti si davano da fare nella zona(29).
Normalmente i colloqui politici si svolgevano a Tien-Tsin, ma Arminjon
"spiazzò" le autorità cinesi locali, considerando più dignitoso per l'Italia che il
trattato fosse firmato nella capitale.
Preparato sulla base di quelli già in atto con le altre potenze, esprimendo
condizioni più favorevoli e più adatte al nostro commercio, il trattato, con i
regolamenti e le tariffe fu firmato in pochi giorni.
Considerato il migliore tra quelli firmati dal governo cinese, apriva al commercio
italiano nove porti; inoltre permetteva al rappresentante italiano di risiedere a
Pechino anziché a Tien-Tsin, concessione allora permessa solamente alla Francia e
all 'Inghilterra.
Per Arminjon era un successo non indifferente e non aveva che 36 anni!
Dopo i consueti scambi di doni e partenza da Taku 1'8.11.1866, la Magenta
sosta ad Hong-Kong ed a Macao dove il comandante Arminjon deve constatare
che numerosi legni italiani facevano la tratta degli schiavi (i "coolies") con l'America
del Sud(30).
Oltre che nelle acque cinesi l'attività scientifica fu incrementata nella zona
di Sumatra.
Ma nella fase di allontanamento delle coste asiatiche si ebbero due inconve-
nienti: dapprima la malattia del professor De Filippi, che fu sbarcato ad Hong-
Kong dove morì e la rottura del timone che costrinse l'unità ad appoggiare a Batavia
per la riparazione.
Nell'aprile 1867 si riprese la navigazione verso Sud dirigendo nelle acque
australiane ed il 4 maggio era a Melbourne dove ebbe accoglienze entusiastiche
da parte della colonia italiana.
Sostò a Sydney 25 giorni e il 24 giugno iniziò la traversata del Pacifico durata
49 giorni.
Una sosta nei porti orientali del Sud America (a Callao, dove entrò il 12
agosto con una splendida manovra, e a Valparaiso) dove trovò ben nove
bastimenti italiani, ebbe anche una valenza politica considerata la necessità di
proteggere gli interessi degli italiani residenti, in attesa che si risolvesse un
moto insurrezionale.
Partì il 30 ottobre diretta a Montevideo e nel passare nei canali della
Patagonia, furono compiuti rilievi idrografici, specialmente degli English Narrows