Page 32 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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             (si  usavano carte nautiche inglesi)  e alcune località ed insenature e promontori
             furono battezzati con nomi derivati dalla presenza della Magenta e in parte rimasti
             nelle  moderne carte.
                 Lasciò le acque del Canale nei primi giorni di dicembre e giunse a Montevideo
             il  giorno 17.  Il  giro del  mondo era stato compiuto in 22 mesi e  15  giorni.
                 Appena  passato  il capodanno  del  1868  iniziò  la  traversata  dell'Atlantico
             meridionale,  toccando  Gibilterra  il  15  di  marzo,  dopo  due  mesi  e  mezzo  di
            navigazione, e quindi Napoli,  dove arrivò la sera del  28  marzo  1868.
                 Ritengo opportuno riportare qui  due  passi del  Giglioli relativi alla  partenza
            da Montevideo, festosissima,  e all'arrivo a Napoli, quasi snobbato.
                 Così descrive il momento della partenza:
                 ''Alle  tre  pomeridiane si  salpano  le  ancore:  una  grande  fiamma  cadeva  dal
             nostro albero di  maestra quasi a toccare  il  mare:  è il segno navale del  ritorno in
             patria dopo una lunga assenza(31).
                 [ ... ] Passando lentamente a poppa della Regina  i nostri marinai corsero sui
             pennoni  e  sulle  sartie:  due  fragorosi  hurrà  scossero  l'aria  e  quindi  cadde  una
             fitta  pioggia  di  berretti  usati,  cappelli,  scarpe,  fogli  di  carta,  fagioli  ecc.  che
             coprirono il  mare  intorno mentre  a riva sventolavano  bandiere di  ogni  colore,
             tenute  dai  gabbieri  e si  suonavano  tutti  i gong,  e credo anche  tutte le  pentole
             di  bordo  che  erano  state  requisite  per  la  grande  occasione.  La  dimostrazione,
             sebbene rumorosa era commovente, e tutte le  navi della squadra che rimanevano
             ci  resero  il  saluto di  cuore;  gli  ufficiali  a poppa,  i  marinai  sui  pennoni e  sulle
             sartie.  Poi  venne  la  musica  dell'Ammiraglio,  ed  alla  partenza  come  all'arrivo
             l'Inno di Mameli ci salutò e ci commosse, questa volta però più di  prima perché
             allora non si sapeva di Mentana ... ".
                 Come si  disse  l'arrivo a Napoli non ebbe particolari accoglienze.
                 "Cosa ci  voleva - scrive ancora Giglioli - dire due parole d'encomio a quei
             bravi  marinai,  a  far  loro una festicciola,  e mandarli contenti alle  loro case  dove
             molti andavano definitivamente, avendo compiuti il  tempo del loro ingaggio?  Fu
             male,  lo  ripeto,  che  i primi  marinai  italiani  che  fecero  il giro  del  globo  fossero
             accolti senza un saluto, fossero  licenziati senza una parola di  lode".
                 Evidentemente Lissa ed il  processo Persano pesavano ancora, ma non si  può
             fare  a meno di  considerare che il viaggio  della Magenta  come impresa marinara,
             la  missione  politico-commerciale  del  suo  comandante  come  fatto  diplomatico,
             l'opera  dei  suoi  naturalisti  come  fatto  scientifico,  sono  avvenimenti  scritti  in
             modo indelebile nella storia del giovane regno d'Italia,  un paese che ancora  non
             aveva completato la sua unità ma che era incamminato verso traguardi che dovevano
             portarlo allo stesso livello delle  nazioni europee.
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