Page 28 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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20 TIBERIO MORO
di navigazione e superando due tempeste, una in Atlantico il 12 di febbraio ed
una nell'Indiano il 13 e 14 marzo(28).
Le soste furono impegnative per il personale scientifico, agevolato nelle ricerche
e negli studi dai rappresentanti delle marine sulle quali si appoggiava il comandante
della Magenta (gli olandesi con l'ammiraglio Fabius, a Batavia, gli inglesi con il
col. Cavanag ed il console Leveson a Singapore, il Y.A. De La Grandiere nei
possedimenti francesi).
Dopo la sosta a Batavia, la Magenta arriva a Singapore il 15 maggio.
Riceve notizie dall'Italia (la data più recente di una lettera del Ministro era
del 25 marzo) e non sono buone: Prussia ed Austria sono in disaccordo; c'è crisi
in Inghilterra; l'Italia mobilita; Garibaldi sta organizzando volontari...
Dopo l'arrivo in Giappone (a Simoda) Arminjon ha qualche perplessità data
la situazione politica in Europa.
Continua la navigazione fino a Yokohama e, dopo aver accolto a bordo qualche
connazionale, viene a sapere dell'assenza dei ministri di Francia ed Inghilterra.
Contatta il Ministro francese che accetta di appoggiarlo fornendogli anche
un funzionario interprete, De Cachon.
I primi contatti con i funzionari locali non sono entusiasmanti in quanto il
Giappone "aveva pochissimo desiderio di nuovi trattati", e la richiesta italiana
non sarebbe stata accettata se non nei termini di quelle più restrittive, già conseguite
da altre nazioni, circa i porti aperti al commercio.
La Magenta era arrivata a Yokohama il 5 di luglio e dovette rimanere nelle
acque giapponesi quasi 2 mesi, attendendo il momento più favorevole per continuare
le trattative diplomatiche.
Ebbe l'occasione di utilizzare la macchina a vapore per disincagliare la nave
francese Laplace, ma soprattutto per la navigazione nell'estuario dei fiumi cinesi.
Mentre in Italia si combatteva a Lissa e Custoza il comandante Arminjon
attendeva di essere ricevuto dalle autorità giapponesi; ma anche da quelle
parti era in atto una specie di guerra. Inoltre, la posizione della Magenta nella
rada di Yokohama poteva essere compromessa dalle notizie provenienti
dall'Europa, non potendosi escludere un combattimento tra unità scopertesi
nemiche.
Finalmente l' 11 di agosto il comandante viene ricevuto dai funzionari
giapponesi e viene discusso il trattato, da scriversi in italiano, olandese e
giapponese; più tardi l'olandese è sostituito con il francese - testo che sarà
considerato ufficiale (lingua che era ben conosciuta da Arminjon) - e firmato
il 25 agosto 1866, "corrispondente al sedicesimo giorno, settimo mese, secondo
anno di Ké-o (detto del Tigre)".