Page 22 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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12                                                            TIllERIO  MORO

                 La globalizzazione dell'economia e della politica non permettono di considerare
             alcun punto del globo come centro motore e periferia il resto, anche se permangono
             evidenti  i  paesi  che  mantengono  un  rango  ed  un  ruolo  di  primo  livello,  forse
             flemmatizzato  dall' organizzazione delle  Nazioni  Unite.
                 Nel periodo in  cui svolse  il  viaggio delle  due  unità della  R.  Marina italiana, e
             sottolineo  il  fatto  che  si  trattava  di  unità  militari,  lo  scenario  era  decisamente
             diverso: ecco perché all'inizio ho parlato di difficoltà di valutazione. Già, ma qual'era?
                 CEuropa manteneva ancora il  monopolio della "gestione politica" fino a dove
             giungevano le  influenze delle "grandi potenze":  l'impero russo, l'impero otto mano,
             l'impero austro-ungarico, l'impero inglese,  l'impero francese  e  quello germanico.
                 Buona parte del  mondo era sconosciuta e  quanto rimaneva era colonia.
                 Gli Stati Uniti avevano terminato da poco una lunga guerra civile e si rimettevano
             a  posto  le  ossa.
                 CAsia  era  lontana,  non  solo  nella  dimensione  spazi aie,  ma  anche  in  quella
             temporale.
                 Il Giappone aveva la sua struttura feudale ancora pienamente in vigore: il primo
             porto era stato aperto agli  stranieri solo qualche anno addietro, nel  1856(2).
                 Ma  quello  che  fino  a  qualche  anno  prima  dell'arrivo  della  Magenta  era
             ancora  un  mondo  medioevale,  proibito  agli  europei,  si  stava  mettendo  al  passo
             delle  nazioni più avanzate.
                 CImpero giapponese (allora possedeva anche Sakalin e le Isole Curili) aveva
             una superficie  quasi  doppia  dell'Italia  e  33  milioni  di  persone  concentrate  nella
             parte meridionale. Cagricoltura era floridissima, buone risorse minerarie, abbondante
             la pesca e l'industria avanzata in molti settori (tessuti, porcellane, acciaio lavorato).
                 Yeddo,  l'odierna  Tokio,  aveva  800.000 abitanti  ed  era  il  più  grande  centro
             industriale del  paese.
                 La Cina era, grosso modo, nelle stesse condizioni, ma nelle province occidentali
             si  profilava la  pressione dei  russi  e  degli  inglesi.
                 Ceconomia  privilegiava  l'esportazione  del  the  e  della  seta;  però  importava
             oppio, e  da  qui  i contrasti con gli  inglesi.
                 CEuropa  centro-occidentale,  negli  anni  in  cui  l'Italia  si  stava  trasform,ando
             in una nazione era in pieno sviluppo, anche in senso politico, dopo la unificazione
             della  Germania.
                 Cindustria era decollata  nell'Inghi Iterra  nella  seconda  metà del  secolo  XVIII
             e  si  stava estendendo all'Europa continentale.  Se  nel  1840 si  avevano solo  3.000
             km di ferrovie,  trent'anni dopo si  era già oltre i 110.000 km; le  reti locali si  erano
             trasformate  in  sistemi  nazionali  e  stavano  intersecandosi  in  una  rete  europea;  si
             erano sviluppati grandi  istituti  cii  credito e  la  Francia,  in  particolare clisponeva  cii
             una grande capacità finanziaria,  anche per sostenere l'espansione ferroviaria.
                 I  trasporti  marittimi  avevano  avuto  un  deciso  incremento  con  il  passaggio
             dalla propulsione a vela a quella a vapore, e un altrettanto incremento riceveranno
             dall'apertura ciel  canale  cii  Suez.
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