Page 17 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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LE AMBIZIONI DEL NUOVO STATO NEL MONDO - LE MISSIONI MILITARI ITALIANE ... 7
chiede che quegli omaggi vengano eliminati, il sindaco di Chicago gli risponde:
"Perché? Balbo non ha attraversato l'Atlantico?".
E poi c'è la Cina, un paese lontano, cui si volgono avide le maggiori poten-
ze del mondo. Dopo il fiasco di San Mun, la Marina e l'Esercito italiani prende-
ranno parte alle spedizioni internazionali conseguenti all'azione dei Boxer. Ne
sortirà alla fine la minuscola concessione di Tien Tsin, ma sarebbe azzardato so-
stenere che fosse davvero questa l'aspirazione di Roma, che per venti anni non se
ne curerà. Forse l'aspirazione più importante è quella di esser presenti in un'azio-
ne concertata a livello internazionale.
Gli esempi richiamati fin qui - non si può parlare di tutto - indicano l'esi-
stenza, nella politica estera italiana, di una dimensione mondiale fin dal secolo
XIX. E naturalmente nel secolo XX non si torna indietro. Ma sarebbe semplici-
stico ed errato riportarne la causa a forsennate pulsioni imperiali: in molti casi
noblesse oblige e l'intervento nasce come accessorio inevitabile della condizione
di potenza, reale o pretesa che sia.
Il primo fattore nazionale da considerare è quello invece degli emigranti,
sparsi su tutto il globo; nella politica estera italiana è previsto che non li si ab-
bandoni e li si difenda: qualche volta dalla schiavitù, qualche volta dalla rapina
e dalla morte. Seguendo gli emigranti ci si avvarrà della loro ascesa economica
e sociale, si svilupperanno i commerci, si diffonderà la cultura originaria. Questi
saranno gli obiettivi delle missioni. E se forse nel Mediterraneo una presenza mi-
litare italiana può nascondere l'arrière-pensée di altre maggiori ambizioni, altro-
ve è innegabile che si voglia esportare cultura, aprire comunicazioni, promuovere
conoscenza e amicizia. Quando il trasporto militare Europa, nel 1880, reca
all'Esposizione di Melbourne i prodotti degli operatori italiani, non compie sol-
tanto un'operazione economica, ma recupera la memoria degli emigrati, favori-
sce lo stabilirsi di relazioni positive con i locali.
Altre missioni militari, conseguenti al primo conflitto mondiale, sono atti-
nenti alla condizione di paese vincitore dell'Italia. Gran parte di esse è localizza-
ta in aree oggetto da sempre di particolare interesse italiano, come il Levante e i
Balcani, ma ve ne sono, come quelle in Polonia e in Alta Slesia, che dipendono
dalla condizione di potenza che deve assumersi responsabilità davanti a situazio-
ni confuse. Non sostanzialmente diversa è la motivazione per la missione in
Manciuria, dove nel maggio 1920 verrà proclamata l'indipendenza dalla Cina.
Più avanti le missioni militari torneranno ad avere una connessione più con-
creta e diretta con determinati interessi nazionali: saranno missioni aeronautiche,
trasvolate oceaniche, presenze navali, come la crociera dell'incrociatore Colleoni
in Giappone alla vigilia della guerra. Ma vi sarà anche un episodio rischioso, che
dimostrerà come l'azzardo, mal calcolato, non paga.
Passando allo "strumento", a cosa può ricorrere un paese povero per con-
to suo come il Regno d'Italia, che non è in grado, per esempio, di manovrare