Page 58 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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                 (40)  DDI,  la S.,  voI.  10°, doc.  734;  lettera in dataI 0.12.1868.
                 (41)  Vedasi  in Appendice 9  la  "Scheda  dell'unità".
                 (42)  Vedasi  in Appendice  10  il  profilo del  capitano di  fregata  Racchia.
                 (43)  Il  dettaglio dell'itinerario in  U.S.M.M., "Le Campagne oceaniche", cit., p.  123-124.
                 Prima della partenza era stato necessario definire il caso di un possibile "passeggero civile",
             Giorgio Maria Zezon.
                 (44)  Lettera prot.  32300/2792 in  data  12 agosto  1868, Riservata,  a  firma  Riboty.
                 (45)  Lettera riservata, pro t.  490 in  data 21  settembre 1868, a  firma Menabrea; oggetto:
             Colonia penitenziaria.
                 (46)  Lettera 37410/3210,  Riservata,  in  data 24 settembre  1868 a  firma  Riboty.
                 (47)  l'roto n. 92 Riservata spedita da Symon's bay (Capo di Buona Speranza) il  14.8.1868
             e  pervenuta il  27 settembre.
                 (48)  Lettera  prot.  37981/3254  in  data  29  settembre  1868  indirizzata  al  comandante
             Racchia ad Hong-Kong.
                 (49)  Lettera prot. 529 in  data 7  ottobre  1868, Riservata.
                 (50)  Lettera prot.  101  in  data  12.10.1868  da Singapore pervenuta il  5  novembre.
                 (51)  Lettera prot.  3638, Riservatissimo confidenziale  in  data 5.11.1868.
                 (52)  Lettera  prot.  Serie  Politica  n.  12,  Reg.  Giappone  in  data  11.11.68  pervenuta  il
             giorno 14. Sul foglio l'annotazione: "AI comandante Clotilde per sua norma", siglata dal Ministro.
                 Viene scritto al  comandante Recchia  in  proposito con  prot.  3719  confidenziale,  in  data
             14.11.1868  indirizzando a Yokhama, con riferimento alla  lettera  prot.  101.  (v.  nota 50).
                 (53)  La  lettera  del  Ministero  degli  Esteri  (con  intestazione  in  francese!)  prot.  14  Reg.
             Giappone,  riservata,  è  clatata  6  gennaio  1869 e  fa  riferimento  alla  lettera  49148/4096  clelia
             Marina con la quale veniva probabilmente comunicato la possibilità cii una esplorazione nel Borneo.
                 (54)  Copia di  lettera, senza  protocollo, a  firma  Menabrea.
                 (55)  Lettera  prot.  159, Riservata,  in  data  18  gennaio  1869.
                 (56)  Lettera "urgente e  Riservata"  in  clata  23.2.1869, n.  2  del  Reg.  Danimarca.
                 (57)  Lettera  prot.  466, Riservata,  in  data 27.2.1869.
                 (58)  Lettera  prot.  reg.  Danimarca,  n.  7,  in  data  19.3.1869.  Nel  riferimento,  oltre  alla
             lettera 466, di  cui  alla  nota  precedente si  cita  anche una, prot.  616, non reperita nel carteggio.
                 A  mano  sul  primo  foglio,  c'è  la  nota  "Non vi  è  alcun  uffiziale  che sia  nel  caso  di  dare
             ragguagli sulle  condizioni  delle  isole Nicobar".
                 (59)  Allegato alla lettera del Ministero vi  è un "estratto" costituito da una comunicazione
             in data 7 marzo  I 869 del Ministro del Re a Copenhagen al Ministro degli Affari Esteri in Firenze,
             relativa alle  isole  Nicobare.  Come scrive  Rati  Opizzoni.
                 "( ... )  L'isola  di  Nicobar  è  molto  stretta  e  può  avere  dodici  leghe  di  lunghezza.  Essa  fa
             parte di  un arcipelogo composto da due o  tre altri  isolotti  molto pitl  piccoli.  La  sna apparenza
             è  triste  e  malinconica,  il  suolo  montagnoso,  paludoso  e  tutto  coperto da  fortissima  foresta,  è
             piuttosto  percorso  che  abitato.  Le  folte  foreste,  le  piogge  continue  da  monsone  sud-ovest,
             l'umidità eccessiva sotto un sole tropicale vi  causano delle continue malattie che in poco tempo
             vi  sterminano gli europei non solo, ma gli  Indiani stessi e gli  abitanti  indigeni dell'Isola.  I quali
             lasciando  alla  natura  la  cura  di  provvedere  al  loro sostentamento,  la  fame  vi  mena  poi  stragi
             frequenti  che  li  rende presso a  poco antropofagi, a  quel che  mi si  disse.
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