Page 128 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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I fratelli Garrone 79
L’anima peregrinava alla lontana casa paterna lasciandosi dietro il Carso sanguinoso.
(11 giugno ’17, al padre). Penso tutti voi riuniti sul terrazzino, come in tempi
lontani. Tu guardi in cortile, assorto; non ci sono più i ragazzini che giuocano: sono
lontani, combattono! Per loro fai una muta preghiera nella sera calma che si oscura
lentamente. I tuoi figli lontani raccolgono di qui quella preghiera bevendone tutta
la divina dolcezza e ti mandano un bacio forte forte. Iddio ti protegga con la nostra
mamma, con le nostre sorelline, coi figli loro piccoli in cui tu rivedi noi due grandi,
e sii sereno e contento: qualunque cosa avvenga, guarda lassù e prega .
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Dopo la battaglia del maggio Eugenio è restituito ai reparti alpini. Nell’autunno, una
disposizione del comando supremo consente che sian radunati in uno stesso reparto i
fratelli combattenti; Eugenio vien trasferito alla compagnia alpina di cui Pinotto è coman-
dante. Pinotto, divenuto capitano, è stato finalmente sciolto dalla catena che lo legava al
Montasio, e ha trovato sfogo alla sua esuberante attività nel riordinamento del suo reparto.
Ma dopo non molti giorni un nuovo ordine del comando supremo divide i due
fratelli. Pinotto è nominato giudice in un tribunale di guerra di corpo d’armata. Ricusa.
(20 ottobre ’17, all’avv. Simoni). A parte ogni altra considerazione, è un’incom-
patibilità morale che mi ha spinto a ciò: chi e quando potrà dire di aver fatto in
guerra abbastanza per giudicare i suoi compagni d’arme? Per me preferisco restare
coi giudicabili .
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Si reca al comando supremo e ottiene la revoca della disposizione. «Naturalmente
– aggiunge – non sono stato capito e mi son visto seguire da lunghi sguardi di compa-
timento» .
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Sopraggiungono le giornate tragiche di Caporetto. Eugenio si trovava all’interno per
servizio. Pinotto ripiegò col suo battaglione, il Gemona, a capo della 6ª compagnia, sul
Tagliamento. Ma anche dal Tagliamento bisognò ripiegare.
A un certo punto la divisione di cui egli faceva parte parve circondata, perché forze
bavaresi avevano occupato Pielungo. Alla testa della sua compagnia, Pinotto riconqui-
sta Pielungo alla baionetta, non ostante le numerose mitragliatrici del nemico. In un
nuovo fluttuare del combattimento il Gemona è accerchiato e distrutto. Con ottanta
dei suoi alpini Pinotto si apre la via in mezzo al cerchio di ferro e di fuoco, e giunge a
salvamento.
Intanto con una straziante odissea Eugenio, accorso in tutta fretta, ricercava il suo
reparto e il fratello: e dopo mille traversie alla fine di novembre riusciva a ritrovarli. Una
lettera d’Eugenio conserva il ricordo di quelle vicende.
(30 novembre ’17, alla famiglia). Colgo a volo un’oretta di tempo che ho libera
per mandarvi il nostro bacio! Nostro, papà e mamma, nostro, sorelline care!