Page 89 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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40    Momenti della vita di guerra

               Da stamani ripenso al consiglio che Don Fleres – si chiama così, non è vero? –
             dava a chi?… Non me lo rammento: ma gli dice, insomma, di abbandonarsi tutto,
             con fiducia assoluta, alla volontà di Dio.
               «Sa il bimbo che si abbandona alle braccia della mamma, dove la mamma lo con-
             duce? Eppure ci si abbandona lieto e sereno…»
               Il paragone mi piace: … .
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             Tenta di spiegare questa sua letizia anche alla moglie contratta nell’angoscia:

               (29 agosto ’17). Non c’è mica da aver paura, sai: ogni giorno che passa, si impara
             qualche cosa di bello: ci si sente anche più forti, più arditi, più uomini: par fino
             impossibile che ci sia gente che abbia, volontariamente, rinunciato a partecipare alla
             nostra guerra, alla nostra gloria .
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             Ma poi con un moto di tenerezza infinita si ripiega sulla sua famiglia, lasciata addie-
          tro: sui due piccoli, sulla povera compagna trepidante. Egli è il papà per tutti, anche per
          sua moglie; è la forza che protegge e infonde serenità:

               (Z. d. g., 4 giugno ’17). Stamani, mentre si incrociava per aria il bombardamento ,
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             veniva dalla dolina fino in fondo della mia caverna il pigolio di un uccellino. Pareva
             Trucina mia, che facesse più perché il suo papà era lontano! Ma papà tuo sta bene, sai:
             e, ormai, è diventato un prode guerriero, che sa camminare con precauzione, buttarsi
             per terra di schianto, e correre nei tratti scoperti con una agilità sorprendente .
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               (17 giugno ’17). … Povera Truciolina mia, che ha il suo papà alla guerra, e che invece
             di disperarsi e di piangere, lavora serena e tranquilla. È una brava bimbina, Trucetta mia,
             e io penso con gioia che, quando torneremo nella casina nostra – e allora papà chi sa che
             non sarà diventato buono! – ci vorremo tanto tanto bene, staremo sempre sempre insie-
             me, e papà tuo sarà più fiero che mai di una bimbina così brava e così bona… .
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               (1 ottobre ’17). Oggi me la gironzolavo tutto contento: è una bella giornata, avevo
             mangiato di buon appetito, e, dopo colazione, eravamo andati a fare il tiro con la pisto-
             la: e poi… e poi siamo andati a cercare i ciclamini. Un mio amico ne ha trovato uno:
             e allora l’ho voluto trovare anch’io, ti pare? se no come facevo a mandarlo aTruci…?
               E allora, giù, pian pianino, per il costone: il fante è furbo! striscia pian piano da
             una buca all’altra di grosso calibro, si tiene nel fondo dei valloncelli dove nessuno
             può vedere, e se ne frega dei Cecchini! E poi i Cecchini, oggi, avevano altro da fare:
             pigliavano certe briscole!… E così, pian pianino, calando prudentemente da un
             valloncello all’altro, li ho trovati anch’io i ciclamini da mandare a Truciolina mia.
               Te ne mando due soli: scrivici sotto «colti sui contrafforti settentrionali del Veliki,
             in faccia a quota 126, il 10 di ottobre, al tocco: e mandati a Truci mia perché sia
             buona e tranquilla: perché pensi ai fiori che crescono anche qui, in mezzo ai crateri
             delle esplosioni, ai fiori che allietano la vita del fante, che devono allietare la mia
             bimba buona, che non deve, non deve essere triste, ecco!» .
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