Page 101 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Controguerriglia e Controllo del territorio
la sorte che nelle colonie attendeva spesso gli aviatori caduti nelle mani degli
insorti. A entrambi sarebbe stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare
alla memoria.
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La ricognizione aerea era la sola fonte di informazioni davvero affidabile ed
era una fonte che i reparti, impegnati nel tentativo di agganciare un avversario
mobile e sfuggente, tentavano di sfruttare per serrare le distanze ed evitare
sorprese. Le colonne si muovevano infatti solo se appoggiate da pattuglie di
velivoli che non erano soltanto gli “occhi” dei comandanti, ai quali assicuravano
il necessario livello di situation awareness, ma anche la “rete” che le collegava tra
loro permettendo di agire in modo coordinato. Dal momento che l’uso della
radio nelle comunicazioni terra-bordo-terra era ancora limitato, i messaggi
lanciati dall’alto e i teli colorati disposti secondo un codice prestabilito erano
ancora i soli mezzi disponibili, ma il sistema funzionò piuttosto bene, anche se
non sempre gli esiti furono quelli sperati. Pattuglie di Ro.1 ingaggiarono gruppi
di insorti il 16, il 17, il 19, il 23, il 24 e il 25 novembre, con le truppe però sempre
troppo lontane per poter intervenire e sfruttarne l’azione nei confronti di questi
time sensitive target.
I ribelli, consapevoli del pericolo, ridussero al minimo i movimenti alla luce
del sole, e per diverse settimane si mostrarono soltanto in piccoli gruppi, pronti
a disperdersi non appena avvistati. La prima vera opportunità si presentò così
soltanto il 20 dicembre, quando un grande accampamento, localizzato dall’aria
presso il Gasr Remteiat, fu attaccato da 5 Ro.1 che cadenzarono la loro azione
per fissare i ribelli sul posto e dar tempo a un paio di battaglioni di convergere in
zona. Ancora una volta però la maggior parte dei combattenti riuscì a sfuggire,
sia pure al prezzo di pesanti perdite. Null’altro accadde fino al 20 gennaio 1930,
quando il dor di Omar el-Muktar, con parecchio bestiame al seguito, fu scoperto
nello Uadi Mahaggia. Il giorno dopo 9 Ro.1 lo attaccarono e lo dispersero, ma
neanche in questa occasione le forze di terra riuscirono ad agganciare i ribelli.
La caccia continuò però senza tregua, e il 26 gennaio i velivoli li localizzarono
nuovamente mentre si stavano raggruppando a sud dello uadi. Due giorni più
tardi, 6 Ro.1 li martellarono per l’intera mattinata, permettendo alle truppe
di arrivare sulla scena, ma ancora una volta, pur duramente colpito, il gruppo
armato di Omar el-Muktar riuscì a far perdere le sue tracce. Il 1° febbraio fu
scoperto a sud di Gasr Remteiat e nel primo pomeriggio venne bombardato da 7
Ro.1, in quella che sarebbe stata l’ultima importante azione di questo tipo per più
di tre mesi. Gli insorti, infatti, tentarono in ogni modo di sfuggire all’attenzione
e furono di nuovo individuati in numero consistente soltanto il mattino del
103 La Grande Guerra. Le medaglie d’oro al valor miltare 1918, con appendice 1916-1929, a cura del
Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare, Roma, 1968, p. 244-245, 246-247.
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