Page 131 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
P. 131
Controguerriglia e Controllo del territorio
Quanto accaduto nell’autunno del 1932 nel deserto libico dimostrò che
l’impiego di mezzi automobilistici e di velivoli operanti in stretto coordinamento
era la soluzione ideale per missioni da significato tanto geografico e scientifico
quanto politico e diplomatico. In questo contesto la disponibilità di una macchina
robusta e affidabile come il Romeo Ro.1 diede la possibilità all’aviazione della
Cirenaica non solo di affiancare i distaccamenti di Rolle e Lorenzini nel presidio
del “triangolo di Sarra”, ma anche di spingere l’osservazione a sud, verso l’Africa
Equatoriale, nel tentativo di tracciare una nuova rotta verso il cuore del continente.
Sempre il Ro.1 avrebbe poi permesso a Vittani di accompagnare la pattuglia di
Rolle verso il Gilf Kebir, e di esplorare dall’alto l’altopiano, replicando su più
vasta scala quanto avevano fatto Almásy, Penderel e Clayton-East-Clayton con il
loro Gipsy Moth. In questa impresa gli italiani non erano però motivati dal mito
di Zerzura, ma da più prosaiche considerazioni di ordine militare. La presenza
di un’oasi a ridosso del confine con l’Egitto avrebbe infatti rappresentato una
minaccia potenziale, dal momento che elementi ostili avrebbero potuto servirsene
come base di partenza per agire verso Cufra.
Pochi mesi dopo, tra l’inverno e la primavera del 1933 la missione dell’Istituto
Geografico Militare caratterizzò topograficamente la regione di Cufra e del Gebel
Auenat, e attrezzò una nuova rotta aerea Gialo-Cufra-Auenat, consolidando
quello che era ormai un fatto compiuto, e con gli accordi di Roma del 20 luglio
1934 con la Gran Bretagna, e del 7 gennaio 1935 con la Francia, il problema
della delimitazione dei confini poté dirsi risolto. Con il primo accordo venne
infatti riconosciuta la sovranità italiana sul triangolo di Sarra, che con le sue
modestissime risorse idriche offriva alle carovane l’ultima possibilità di rifornirsi
d’acqua sulla via per l’Africa equatoriale, con il secondo il confine meridionale
della Libia, che nell’accordo del 1919 era stato definito fino a Tummo, veniva
ridisegnato con la cessione all’Italia di un territorio di circa 114.000 chilometri
quadrati nella regione Borkou-Ennedi-Tibesti comprendente gli snodi carovanieri
di Aozou e Guezenti.
Gli anni seguenti videro ancora spedizioni automobilistiche di matrice
britannica, a cominciare da quella organizzata nel 1935 da Kennedy Shaw con
cinque compagni d’avventura, una spedizione particolarmente impegnativa
perché dopo aver costeggiato il Gilf Kebir e il Gebel Auenat, le loro tre Ford A
si spinsero a sud fino a Fasher, nel Darfur, superando il Mare di Sabbia di Selima
Nelle pagine successive:
Autovetture FIAT 514 della missione Marchesi a Tazerbo il 26 gennaio 1933.
(Roberto Chiarvetto, Alessandro Menardi di Noguera, Michele Soffiantini, op. cit, pag. 206)
129