Page 126 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
P. 126

Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”


            Ro.1, guidata dal colonnello Lordi. Nel frattempo, il giorno prima, in quell’angolo
            ormai piuttosto affollato di deserto era arrivata anche la spedizione britannica,
            guidata da Bagnold, che con le sue 4 Ford si era accampata al Gebel Kissu, a sud-
            ovest del Gebel Auenat, dove venne raggiunta da un bimotore Vickers Victoria
            pilotato  dallo  Squadron  Leader  Hubert  Penderel.  Lo  stesso  giorno  Kennedy
            Shaw si era diretto verso il Gebel Auenat, trovandovi Rolle e i suoi uomini.
            Nonostante la sorpresa e un certo imbarazzo l’incontro fu piuttosto cordiale,
            anche se breve, e l’ultimo contatto nella zona del Gebel Auenat si ebbe il giorno
            dopo,  quando  Lordi  decise  di  dare  la  sveglia  all’accampamento  britannico
            sorvolandolo a bassa quota alle sette del mattino con il suo Ro.1. L’11 ottobre
            Lordi rientrò a Cufra e poco dopo Bagnold proseguì per Maaten es-Sarra, dove
            arrivò il 15 ottobre trovandovi Lorenzini.

               I britannici avevano ormai capito la situazione, gli italiani avevano giocato
            d’anticipo  e  li  avevano  messi  di  fronte  al  fatto  compiuto.  Tanto  valeva  fare
            buon viso a cattivo gioco, e la cosa fu resa ancora più facile dalla corrente di
            simpatia  che  si  stabilì  tra  Bagnold  e  Lorenzini.  I  britannici,  che  a  differenza
            degli italiani vestivano abiti civili, rimasero molto colpiti dall’equipaggiamento e
            dall’organizzazione dei sahariani, e anche dalla competenza e dal portamento dei
            loro ufficiali, fieri soldati coloniali ben diversi dagli stereotipi già allora diffusi nel
            mondo anglosassone.  Durante la cena che solennizzò l’incontro, Lorenzini,
                                 130
            mostrando a Bagnold una carta della regione, osservò in tono scherzoso che,
            in caso di guerra, da Auenat i reparti sahariani avrebbero potuto con una certa
            facilità avanzare attraverso il deserto su Assuan e distruggere la diga, per poi
            occupare anche Wadi Halfa, interrompendo le comunicazioni con il Sudan.

               Era un’osservazione che Bagnold non avrebbe dimenticato e su cui avrebbe
            meditato a lungo, ma per il momento l’ipotesi di un conflitto era quanto mai
            remota, e a suggellare l’incontro Lorenzini regalò a Bagnold il suo portasigarette,
            ornato con i colori della fascia del suo battaglione eritreo, il XIV,  dono che
                                                                           131
            l’inglese avrebbe in seguito ricambiato con l’invio di tre originali vassoi triangolari
            d’argento. Di quella cena Lorenzini, nel rapporto compilato al rientro e riportato
            integralmente in un recente volume edito dalla Rivista Aeronautica,  ha lasciato
                                                                          132
            un  interessante  resoconto  che  nella  sostanza  conferma  il  clima  amichevole
            dell’incontro e dimostra le sue doti diplomatiche, doti che non potevano mancare
            nel bagaglio delle capacità di un ufficiale coloniale:
                     […] il contatto non avrebbe potuto essere più cordiale. Giustificata, senza
                  esserne richiesto, la mia presenza a Sarra, con la carica, che mi sono attribuita, di


            130   J. W. GORDON, Dietro le linee di Rommel op. cit., p. 55-56.
            131   R. CHIARVETTO et al., In volo su Zerzura op. cit., p. 55.
            132   Ivi, p. 115.


                                                124
   121   122   123   124   125   126   127   128   129   130   131