Page 122 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
in un caffè di Wadi Halfa, fondò addirittura uno Zerzura Club, e l’enigmatico
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ungherese László Almásy, che nell’edizione tedesca delle sue memorie di viaggio,
pubblicata nel 1939, così avrebbe motivato la decisione di mettersi alla ricerca
dell’oasi misteriosa, convinto della validità delle pur incerte fonti:
Ho preso la decisione di avviare le ricerche dell’oasi scomparsa di Zerzura,
con l’impiego di automezzi e di un aereo, nonostante gli unici indizi di cui io
dispongo si basino sulle leggende tramandate oralmente dai nomadi del deserto.
La scoperta delle oasi dimenticate di Arkenu e di Uwenat, riuscita pochi anni
orsono al ricercatore egiziano Ahmed Hassanein Bey sulla base di fonti del tutto
simili, confermano come le notizie fornite dagli stessi nomadi su Zerzura non
siano soltanto illazioni.
Battezzare come oasi il Gebel Auenat e il Gebel Archenu, 25 km a nord-
ovest del primo, era senz’altro eccessivo, anche se all’Auenat si trovava un posto
d’acqua, ma tanto bastava per incoraggiare le più audaci speranze.
Almásy, già pilota dell’aviazione austro-ungarica durante la Grande Guerra,
aveva cominciato a frequentare il deserto egiziano nel 1926, quando lavorava
come rappresentante della Steyr e per dimostrare le capacità degli automezzi
prodotti da questa ditta aveva compiuto una prima spedizione lungo il Nilo,
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da Alessandria al fiume Dinder, nel Sudan, insieme a un facoltoso amico, il
principe ungherese Antal Eszterházy. Rimasto in Egitto, si era specializzato in
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questo genere di escursioni dimostrative il che gli aveva permesso di accumulare
una significativa esperienza. Nel 1929, aveva condotto una seconda importante
spedizione motorizzata da Wadi Halfa all’oasi di Selima, e nel 1930, per conto
del governo del Sudan, aveva effettuato una serie di prove di percorribilità del
deserto con autoveicoli spingendosi da Wadi Halfa fino al Gebel Auenat.
Nella primavera del 1932, insieme a un facoltoso aristocratico britannico, Sir
Robert Alan Clayton-East-Clayton, Almásy tornò ad avventurarsi nel deserto
occidentale alla ricerca di Zerzura, con l’impiego non solo di automezzi, ma
anche di un velivolo biposto De Havilland DH.60G Gipsy Moth di proprietà di
Clayton-East-Clayton. Con loro c’era anche il maggiore Patrick Andrew Clayton,
dell’Army Service Corps ma dal 1923 in servizio presso il Desert Surveys
124 Lo Zerzura Club esiste ancora oggi e ha un sito internet di sicuro interesse per le informazioni
che contiene in merito a un deserto che, purtroppo, è tornato da tempo a essere piuttosto
turbolento (https://www.zerzuraclub.org).
125 La Steyr Werke lanciò nel 1926 la produzione della Steyr VII, con un motore a sei cilindri da
25 cv che le assicurava una velocità massima di 90 km/h. Per quanto valida, era più complessa
e costosa delle Ford, anche per la scelta della casa costruttrice di puntare sul mercato delle
auto di lusso, e non ebbe lo stesso successo commerciale.
126 K. GROSS et al., Operation Salam. László Almásy’s most daring mission in the Desert War, München,
Belleville Verlag Michael Farin, 2013, p. 282.
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