Page 120 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
Per il deserto poteva montare pneumatici più larghi, da 23 cm, e aveva come
dotazioni speciali le guide metalliche antinsabbiamento già sperimentate l’anno
prima, il sistema di recupero per condensa dell’acqua del radiatore e la bussola
solare, due dispositivi da tempo in uso ma perfezionati da Bagnold. Dopo aver
raggiunto il margine occidentale del Gran Mare di Sabbia, la piccola spedizione
piegò a sud, si lasciò sulla destra l’impressionante scarpata dell’altopiano del Gilf
Kebir, si spinse fino alle falde del gruppo montuoso del Gebel Auenat, ultimo
posto d’acqua sulla via per il lago Ciad, si diresse quindi a est, passando a sud
del mare di sabbia per arrivare al Nilo, a Wadi Halfa, e di qui rientrare al Cairo
il 15 novembre. In 34 giorni erano stati percorsi quasi 5000 km, con una media
giornaliera che, anche durante l’attraversamento del Gran Mare di Sabbia, non
era mai stata inferiore ai 100 km. L’impresa fu celebrata dal Times nel gennaio del
1931 e in giugno venne illustrata a Londra alla Royal Geographical Society da
Bagnold e Kennedy Shaw.
I due esploratori erano di nuovo pronti a partire, questa volta con obiettivo
il Gebel Auenat, nell’angolo sudorientale della Libia in prossimità delle incerte
frontiere di Egitto, Sudan e Africa Equatoriale Francese. Tra i loro 6 compagni,
oltre a Prendergast, c’erano il comandante del Western Camel Corps, maggiore
Hugh Boustead, un tipico esponente di quel mondo irripetibile che era l’impero
britannico, altri quattro ufficiali e un geologo, Kenneth Sandford, specializzato
negli studi sulla preistoria egiziana. La spedizione schierava 4 Ford A, ciascuna
con due uomini di equipaggio, e poteva contare sul supporto della RAF, e in
particolare dello Squadron Leader Hubert Penderel, comandante del N. 216
Squadron di stanza a Eliopoli. Partiti dal Cairo il 27 settembre 1932, gli 8 uomini
vi tornarono il 29 novembre dopo aver costeggiato a sud il Gran Mare di Sabbia,
aver raggiunto e scalato il Gebel Auenat, e di qui essersi spinti prima a occidente,
fino alle pendici del massiccio del Tibesti, e poi a sud nel Sudan, fino a El Fasher,
o Al-Fashir, l’attuale capitale del Darfur Settentrionale, prima di puntare su Wadi
Halfa e discendere quindi il corso del Nilo. Anche questa volta erano tempi e
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distanze inimmaginabili con il sistema delle carovane di cammelli, e anche il costo
era molto più basso: Bagnold lo calcolò in 20-30 sterline per partecipante per
ogni 1000 miglia di percorso. A titolo di raffronto, nel 1923 Ahmed Hassanein,
un ricco egiziano di origine turca, nella sua spedizione da Sollum, sulla costa del
Mediterraneo, a El Obeid, in Sudan, passando per Cufra e toccando il Gebel
Auenat, aveva percorso con una carovana di cammelli 3500 km in poco meno di
8 mesi, con costo di gran lunga maggiore.
In quello scorcio degli anni ’30, l’area del Gebel Auenat, al centro di una
regione in cui confluivano gli interessi di tre potenze europee e importante
122 A. GOUDIE, Wheels Across the Desert op. cit., p. 126.
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