Page 203 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)
LA RESA DI CUFRA
Sempre più convinto dell’opportunità di far presto, per sfruttare anche gli
effetti indiretti della travolgente avanzata delle forze britanniche in Cirenaica, il
16 febbraio Leclerc lasciò Tekkro arrivando in serata ancora una volta ai pozzi
di Sarra, ultimo punto d’acqua lungo la pista per Cufra. I pozzi erano stati
ostruiti dagli italiani e soltanto grazie all’esperienza di alcuni vecchi “coloniali”
fu possibile rimetterli in uso. Risolto così il problema dell’acqua, l’indomani
Leclerc affidò al maggiore Louis Dio il comando della colonna e presa con
sé la Compagnie Portée puntò su Cufra, dove arrivò nella tarda mattinata del
18 febbraio. La guarnigione, che data l’assenza di Mattioli e di Moreschini,
comandante titolare del presidio, era agli ordini dell’ufficiale più anziano
presente, capitano Michele Colonna, era composta da due compagnie mitraglieri
a
da posizione, la 59 del tenente Luigi Menozzi e la 60 del capitano Colonna,
a
da una batteria sahariana di mitragliere da 20 mm su due sezioni e da elementi
del comando di presidio. In tutto si trattava di poco più di trecento uomini,
per la maggior parte libici, con una discreta dotazione di armi automatiche.
Non disponevano però di armi di calibro superiore al 20 mm e, asserragliati
nel forte, non potevano proporre una reazione che andasse oltre la difesa della
cinta muraria e delle due antistanti posizioni di resistenza costituite da nidi di
mitragliatrice e concepite per imporre altrettante successive battute d’arresto
all’attaccante per ritardare l’assalto finale. 33
Era un atteggiamento che rifletteva un morale vacillante, scosso dalle notizie
che davano le forze britanniche ai confini della Tripolitania e dalle voci, diffuse
anche tra la popolazione dell’oasi, di un’imminente evacuazione. In questo
scenario il solo motivo di preoccupazione per Leclerc era la compagnia sahariana
del maggiore Mattioli, sufficientemente mobile e bene armata soprattutto in
virtù dei suoi 4 autocarri FIAT 634 con mitragliera da 20 mm. A limitarne
34
la capacità d’azione erano però le scorte di munizioni e in misura minore di
benzina, invariate rispetto al 7 febbraio, mentre le scorte d’acqua erano scese da
8 a 5 giorni. In tutto il settore sahariano si registrava poi una carenza di benzina
33 La guarnigione di Cufra contava in tutto 323 uomini, dei quali 11 ufficiali, 18 sottufficiali, 22
graduati e soldati italiani, 272 graduati e soldati libici, con 18 mitragliatrici Schwarzlose mod.
07/12 da 8 mm, 21 mitragliatrici mod. 35, 3 mitragliatrici SAFAT da 12,7 mm, 4 mitragliere
da 20 mm.
34 La forza della colonna Mattioli, invariata nell’armamento e nella dotazione di automezzi,
era nell’occasione di 4 ufficiali (Mattioli, il tenente Minutillo, i sottotenenti Panebianco e De
Marinis), 6 sottufficiali, 13 graduati e soldati italiani, 51 graduati e soldati libici.
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