Page 44 - 1992 - XVIII Congresso Internazionale di Storia Militare
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         più esplosivi,  più strumenti bellici di un modello sempre più avanzare. Lo sc.ien·
         ziato,  l'ingegnere, l'operaio specializzato scendevano in  campo a  fianco del com·
         battente nella  prima guecra  wcale della  storia.
             Svenruracameme l'Europa capì poco o nulla della terribile esperienza ameri·
         cana. " ... Gli  insegnamenti bellici andarono in gran parte perduti: nulla fu appre-
         so circa la mobilitazione militare e industriale di tutte le risorse di un grande popolo
         ai fini della vittoria; nulla circa l'uso del blocco navale su larga scala e la  resistenza
         ad esso; nulla soprattutto circa la  rivoluzione tattica generata dall'avvento dd fuci·
         le  r.igaro ... La  tragica esperienza ... andò del tutto perdu~a. Se si fosse srati capaci
         di farne tesoro, si sarebbero per lo meno evitare le folli ecatombi della prima guer·
         ra mondiale allorché centinaia di migliaia di uomini furono lanciati alla baionetta
         contro Ìe  rrincee difese da armi automatiche, da Verdun all"lsom~o.  dalla Somme
         a  San Quintino" CZ4l.
             Un uomo solo, e  non un militare  ma un  banchiere ebreo  di Varsavia, lvan
         Blyokh (noto in Occidente come Jean de Bloch) capì che la  "guerra industriale"
         avrebbe condotto ad uno stallo sanguinoso il quale avrebbe inflne esaurito le risor·
         se dei contendenti, condotto l'Europa alla rovina e scatenare cataclismi sociali di
         violenza  inaudita.
             Ma vi era qualcos'alrro di cui neppure gli americani si erano chiaramente resi
         como. La guerra cioè aveva  mostrato che l'Aclandco, l'Oceano infinito dei tempi di
         Colombo,  si era  per così dire  "ristretto" . Veloci  navi  a  vapore lo solcavano  per
         ogni  dove e  non ci sarebbe voluto  molto  prima che il  cavo cra.nsoccanico  unisse
         il Nuovo con il Vecchio Mondo. Tutto dò aveva liquidato, mandato a picco, spaz·
         z:aco via sia le  illusioni  americane di  isolazionismo  militare sia  quelle europee di
         autonomia.
             Già durante la Guerra Civile l'lnghilcerra e Ja  Francia avevano per un attimo
         visco spalancarsi davanti a loro il baracco pauroso di un conflitto generale. Finita
         ormai da tempo l'era della spinta militare europea verso le Americhe nonché quel-
         la  dell'isolamento strategico americano in cui l'Europa e le Americhe si erano vi-
         cendevolmente voltate le spalle, scava per sorgere una terza epoca: quella in cui, da
         un laro, gli americ.ani, volenti o nolenci, avrebbero scoperto ·che n.on potevano per·
         mettere ad una qualsiasi potenza egemone di sorromercere l'Europa incera  senza
         correre essi sressi un pericolo monale; infine gli europei, minacciati da cali spinte
         egemoniche, avrebbero cominciato ad invocare, poi a chiedere, infine a pretendere
         l'aiuto militare delle potenze del Nuovo Mondo il  che avrebbe condotto all'imer·
         vento, di porcata fòndamentale, dègll amuicaru e dei canadest sui fronti d'Europa
         nella  prima guerra mondiale.
             Il cerchio  si  era chiuso, almeno in  Occidente:  passata  l'epoca della lotta aa
         potenze europee per il controllo delle Americhe, passata quella deUa reciproca neu·
         tralicà garantita dalla pax briramzica, sorgeva ora, a causa dell'enorme aumento di
         porenza e di raggio dei mezzi bellici, la cerla, quella in cui sarebbe roccato ai paesi
         americani garantire l'equilibrio nell'area adaodca; l'idea dell'equilibrio, passata un
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