Page 120 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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118 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
Il tradizionale linguaggio della morte e della commemorazione nelle arti visi-
ve, nei testi e nelle forme sociali del lutto si rifaceva a linguaggi e a forme espres-
sive tradizionali ma dava luogo anche a nuove commistioni e “invenzioni” e a un
linguaggio visivo del lutto in cui appare difficile distinguere nettamente un livello
alto da uno basso. 3
La Grande guerra viene considerata, dal punto di vista della cultura, l’ultima
guerra ottocentesca. Ferdinando Mazzocca ha sottolineato come gli artisti italiani
che dipinsero scene di battaglia abdicarono raramente al registro eroico derivato
dal retaggio del secolo precedente e dalla lunga durata degli ideali risorgimentali. 4
In effetti questi elementi riemergono prepotentemente nelle caratteristiche
tavole di Achille Beltrame per la «Domenica del Corriere». L’orrore e l’atrocità
della guerra traspaiono invece con evidenza dagli schizzi, disegni, tavolette realiz-
zati al fronte che si caratterizzano per la profonda esigenza di rappresentare con
immediatezza le “impressioni” della guerra.
Ho scelto per iniziare questo percorso sulle immagini della morte in guerra
dei caduti, dei “militi ignoti”, due amici nella vita fin dai tempi della loro parteci-
pazione ad agitazioni politiche e accomunati dalla stessa «ricerca di forme espres-
sive sintetiche». Attraverso la potenza espressiva di parole e immagini rivivono le
emozioni del dramma vissuto espresso nei «forti, virulenti contrasti chiaroscu-
rali» di Viani , maestro dell’espressionismo italiano, e nelle «dure sonorità delle
5
parole» di Ungaretti. 6
I poeti-soldato non tolleravano «certe visioni sublimate della narrativa di
guerra ad opera di scrittori civili, [...] di gente che aveva una guerra immaginaria,
3 Winter Jay M.: Il lutto e la memoria: la grande guerra nella storia culturale europea, Bologna, Il mulino,
1998, p. 323-324.
4 Cfr. La grande guerra. Arte e artisti al fronte, a cura di Fernando Mazzocca e Francesco Leone,
Cinisello Balsamo, Silvana, [Torino], Intesa Sanpaolo, 2015.
5 Viani, che realizzò migliaia di disegni al fronte, scolpiva il legno con tratti spigolosi, con un
fare “michelangiolesco”. Così scriveva «come xilografo levo a scalpellate il più che seppel-
lisce l’immagine nel sorbo ...» per dare forma a uomini «trascinati e strappati dalle loro vite
e inviati al fronte in quelle trincee a convivere con pidocchi, sporcizia, fango e orrore» Cfr.
La grande guerra di Lorenzo Viani: Viareggio, Parigi, Il Carso: pittura e fotografia della grande guerra
in Lorenzo Viani e Guido Zeppini, mostra a cura di Enrico Dei; con la collaborazione di Ilaria
Boncompagni, Ospedaletto, (Pisa), Pacini, 2014, p. 46.
6 Nelli Beppe: Giuseppe Ungaretti “console d’Egitto” e Lorenzo Viani “il grande aiutante”, in La grande
guerra di Lorenzo Viani, cit., p.105.