Page 118 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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116 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
genitori che hanno perso il proprio caro, come ebbe a rilevare un apprezzato
scrittore visitando il luogo in una giornata di pioggia, osservando le gocce che
rigavano la nuda pietra e scorrevano malinconicamente lungo le due statue, sì
immobili, ma sempre sofferenti. Piegate sulle ginocchia le due statue fanno pen-
sare ad una famiglia che ci comprende tutti, il momento più intimo qui è anche
il più universale. I monumenti trasmettono quindi oltre ad una realtà eroica del
Caduto, pur nella dovuta compostezza tesa a trasmettere una ferma serenità
nell’assolvimento del proprio dovere al servizio della Nazione, una realtà intima,
direi profondamente cristiana, che esprime anche il dolore per la perdita subita.
E allora quale è il messaggio che i monumenti ai Caduti e la conseguente mitolo-
gia tramettono ai giovani e ai meno giovani che li visitano e soprattutto ai milita-
ri? E qui ci viene in soccorso per analogia il filosofo danese Soren Kierkegaard
nella sua opera “Timore e tremore”: Abramo che riceve da Dio l’ordine di ucci-
dere e sacrificare il proprio figlio deve sacrificarlo rispondendo così alla sua fer-
ma fede personale in Dio anche se tale norma contrasta con la morale collettiva
che prevede che tale atto sia un crimine o deve rispondere alla morale collettiva
e non sacrificarlo trasgredendo la propria fede intima in Dio? Cosa deve fare
Abramo? Qual è il discrimine tra l’obbedienza alla propria fede intima e l’obbe-
dienza alla regola collettiva? E il militare che visita un monumento ai Caduti con
il loro messaggio di eroismo e compostezza, ma anche di dolore, e che deve an-
dare in guerra anche per uccidere, cosa deve fare? I Caduti nella solennità del
messaggio trasmesso dal loro ricordo danno la risposta: il militare in guerra deve
fare il proprio dovere fino in fondo in maniera equilibrata e composta a similitu-
dine del modello classico, ma in pace deve adoperarsi instancabilmente ed effica-
cemente affinché tale guerra e quel dolore profondo ispirato dai monumenti non
si verifichino mai più. Concludo con l’immagine del Sacrario Militare di Cima
Grappa in prossimità di Bassano del Grappa. Lì, ad elevate altitudini, vi sono ben
due zone, una riservata ai Caduti Italiani e l’altra riservata a quelli Austro-Unga-
rici. Sono collegate da un viale fiancheggiato da monumentali cippi denominato
il “viale degli eroi” e in una giornata nebbiosa e nel silenzio circostante, in un’at-
mosfera altamente ed intimamente coinvolgente, passando su quell’ideale “pon-
te” che unisce i Caduti senza alcuna distinzione, il messaggio dei Caduti stessi,
valido per un militare e per l’uomo in generale, è chiaro e maestoso ed è la vera
guerra da vincere: tra diversi genti sempre costruire ponti e mai scavare fossati.