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3 Sessione - Il cittadino in armi 237
Il Maggiore dei Carabinieri Giovanni SESTILLI, nominato Commissario
del Comune, si dedicò immediatamente ai bisogni dei cittadini, ristabilendo
e assicurando l’arrivo e la distribuzione di viveri e acqua, sotto il controllo
dell’Arma, al fine di garantire equità e rispetto delle regole. Il secondo obiettivo
fu il controllo delle vie d’accesso alla città e delle abitazioni civili per prestare
soccorso ai feriti, agli sfollati e per prevenire azioni di sabotaggio e sciacallag-
gio; non furono trascurate le strutture e gli edifici pubblici con il fine di tutelare
il patrimonio culturale cittadino. Fu disposto, infatti, che oltre a prestare servi-
zio di pattuglia, i militari dell’Arma fossero impiegati di guardia ai monumenti
e ai musei, possibili oggetto di saccheggi e danneggiamenti. Fino al 27 ottobre
1917 l’Ufficiale ed i suoi carabinieri resero possibile ai cittadini il ritorno a
una quotidianità sostenibile, ristabilendo l’efficienza dei servizi amministrativi,
igienico-sanitari ed educativi. Quando poi, in conseguenza delle operazioni
di sfondamento del fronte con Caporetto, l’Esercito Italiano dovette abban-
donare Gorizia, ancora i Carabinieri coordinarono l’esodo della popolazione
civile in direzione di Udine. Alle difficoltà direttamente conseguenti allo stato
di guerra si aggiunsero anche gli effetti devastanti delle calamità naturali che
colpirono la Penisola proprio nel cuore dell’Italia; si ricorda il terremoto della
Marsica del gennaio 1915, pochi mesi prima dell’entrata in guerra dell’Italia,
il lungo periodo sismico che sconvolse il Riminese e il Pesarese dal maggio
al dicembre 1916. La popolazione locale fu interessata da un esodo per sfug-
gire dallo sconvolgente fenomeno che danneggiò, a volte irrimediabilmente,
edifici pubblici ed abitazioni private, provocando ancora morti e feriti oltre
a moltissime persone rimaste “senza tetto”. Accanto alle strutture del Genio
Civile, i Carabinieri furono in prima linea nelle operazioni di soccorso e soli
nelle attività di antisciacallaggio. La vicinanza alla gente si tradusse anche in
un delicato servizio sull’isola di Asinara dove, dal 1885, erano stati costituiti
un lazzaretto di quarantena sanitaria ed una colonia penale. Negli anni 1916
e 1917 il Colonnello Antonio VANNUGLI, rientrato dal congedo in quella
sede, assunse il comando del campo dei prigionieri Austro-Ungarici affetti da
patologie infettive e, insieme ai suoi Carabinieri, apportò migliorie alla struttu-
ra tale da consentire a tutti i presenti condizioni di vita quantomeno dignitose.
Evocative le immagini dell’area della cosiddetta stazione sanitaria, dove si può
notare la presenza di una Cappella.
Il legame tra l’Arma dei Carabinieri e la gente si consolidò nell’elemento
simbolico della bandiera nazionale donata dai comuni alle Stazioni. Fu infatti