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1 Sessione - Il tributo di sangue 57
Entrarono infatti in gioco anche altre motivazioni, di carattere emotivo e generate
dalla guerra stessa. Nell’estate del 1914 era opinione comune che le ostilità si sa-
rebbero concluse entro Natale, ma quando questo non avvenne, le forze popolari,
intendendo con questo l’insieme di entusiasmi, di speranze e di odi scatenatosi in
quel mese di agosto, non potevano più essere imbrigliate, così come non avevano
potuto esserlo le forze messe in moto più di cento anni prima dalla Rivoluzione
Francese. I governanti di un tempo, responsabili soltanto verso il sovrano, dopo
il fallimento delle manovre iniziali avrebbero probabilmente negoziato una pace
di compromesso, ma questo non era più possibile, i sacrifici fatti non potevano
essere vanificati e non c’era alternativa alla vittoria. L’onere imposto dalla condot-
ta di una guerra di logoramento fu accettato ovunque senza eccessive proteste,
con una rassegnazione partecipe che, con l’eccezione della Russia, dove peraltro
si verificarono condizioni particolari, venne meno soltanto nella fase finale del
conflitto e soltanto nelle popolazioni più provate. Un tale stato d’animo, diretta
espressione di una capacità di sopportazione alimentata dal sentimento del dovere
nei confronti della comunità nazionale e dal culto dei Caduti, si riflesse nell’arte e
nella letteratura trovando il suo manifesto forse più celebre nella poesia In Flanders
Fields, pubblicata anonima su Punch il 6 dicembre 1915:
In Flanders fields, the poppies blow
Between the crosses, row on row,
That mark our place; and in the sky
The larks, still bravely singing, fly
Scarce heard amid the guns below.
We are the dead. Short days ago
We lived, felt dawn, saw sunset glow,
Loved and were loved, and now we lie,
In Flanders fields.
Take up our quarrel with the foe:
To you from failing hands we throw
The torch; be yours to hold it high.
If ye break faith with us who die
We shall not sleep, though poppies grow
In Flanders fields
Scritta di getto il 3 maggio 1915, durante la Seconda Battaglia di Ypres, da
un ufficiale medico canadese, l’allora maggiore John McCrae, in memoria dell’a-