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1 Sessione - Il tributo di sangue 59
dalle caratteristiche non molto diverse si instaurò anche tra il mondo delle prime
linee e quello delle retrovie, tra il mondo militare e quello civile, e in prospettiva
tra parti sociali e politiche di diversa matrice, mentre l’individuo trovava l’unico
sicuro riferimento in coloro che avevano condiviso le sue esperienze e maturato
il suo stesso modo di pensare, e quindi nella piccola cerchia dei commilitoni e a
livello più ampio nella comunità dei “trinceristi”.
Con queste premesse la Gran-
de Guerra non poteva finire se
non con il crollo di uno dei con-
tendenti, mentre l’organizzazione
scientifica della produzione e la
struttura razionale dello Stato, con
la sua capacità di controllo, conti-
nuavano ad alimentare gli eserciti di
uomini e mezzi in funzione di un
confronto caratterizzato sul campo
di battaglia da un tasso di perdite
spaventoso, potendo contare sulla
rassegnata e convinta partecipazio-
ne della popolazione. Ecco perché
Giulio Douhet, nello scriverne po-
chi anni dopo, la definì una lotta
di giganti in cui la vittoria aveva
premiato chi era stato in grado di
“portare in campo una maggior
somma di resistenza, di mezzi, di
energie e di fede”.
34
ldwar1centennial.org/index.php/articles; JOSEPH LOCONTE, How J.R.R. Tolkien found
Mordor on the Western Front, The New York Times, 30 giugno 2016; JOHN GARTH, Tolkien
and the great war. The threshold of middle heart.
34 GIULIO DOUHET, op. cit., pag. 19.

