Page 67 - Atti del primo convegno nazionale di storia militare - Roma 17-19 marzo 1969
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questo  non  si  rivelò  suHiciente  soprattutto  per  gli  archivi,  esposti  più  che
       ogni  alcro  materiale  alle  ingiurie  delle  Lruppe  e  delle  popolazioni.  Fu  cosl
       che  gli  archivi  furono  espressamente  compresi  tra  le  cose  di  interesse  arri·
       stico-culturale  da  proteggere  in  caso  di  guerra,  e  menzionate  nella  apposita
       convenzione  internazionale  stipulaLa  nel  1954, cui  anche  l'Italia  ha  aderito.

           Nel  tratteggiare  le  vicende  degli  archivi  abbiano  fino  ad  ora  messo
       l'accento su  le  carenze della organizza.zione  statale per  un  lungo  periodo,  su
       l'indifferem·.a  degli  organismi  produttori  di  archivi,  sulla  incidenza  degli
       eventi;  ma  parlando  di  fonti  per  la  storia  militare  non sj  può  tralasciare  il
       fatto che documenti di tal natura ed in  particolare queiJj  connessi con episodi
       bellici sono fatalmente destinati a divenire cimeli, e come  tali  la loro disper-
       sione è enorme.  Si  aggiunga il fatto,  umano  se si  vuole  e  comprensibile, che
       gran  parte  dei  protagonisti,  parlo  in  modo  speciale  dei  comandanti,  o  in
       previsione  delle  inevitabili  polemiche  che  sempre  seguono  i  fatti  d'anne,
       indipendentemente dal1'esito, o  per  propria documentazione ai fini  di  quel1e
       «memorie » alla cui  tentazione di  scrivere pochi  resistono, o  per cento  altri
       motivi,  trattengono  presso  di  sé  originali  e  copie  di  rclazioru,  ordini  etc.
       per cui anche da  questa parte si ha una dispersione notevole. Connessa anche
       con le  vicende degli archivi  privati e con U fotto che lo  legislazione e lo  prassi
       io  Italia circoscrivono  molto  le  possibilità  di intervento  dello  Stato  al  mo-
       mento  del1a  scomparsa  di queste  personalità,  né,  mi  multa,  che  e.sisto  fra
       noi  nel  campo  militare,  la consuetudine costantemente seguita, che è  viva  in
       altri  paesi,  per la  quale  in caso di decesso, viene incaricato uo  pari  grado  di
       prendere  contatto  con  la  famiglia  ed  esaminare  le  carte.  Molto  pertanto
       dipende dille  intenzioni  degli  eredi.
           Le circostanze  accennate fanno  sì  che  musei, biblioteche,  archivi  comu·
       nali  ed altre istituzioni siano assai spesso ricchi  di tali documenti.
           Una  parte  tuttavia  di questi  ~rcbivi o  complessi  documentari  apparte·
       nenti  a  militari  finiscono  anche  negli  archivi  di  Stato  o  per  donazione
       acquisto  o  per  intervento  diretto  quando  concorra  la  circostanza  che  le
       personalità  in  questione  abbiano  ricoperto cariche  pubbliche.  La  distinzione
       che oggi  si  fa  tra carte di Stato  vere  e  proprie  e  carte  i.oteressanti  lo Stato
       permette  una  certa  ampiezza  di  valutazione  e  concorre  a  cisolvere  i  casL
       sempre delicati,  che  si  presentano .
                                  • • *

           L'esposizione  che è  stata  fatta  di  situazi.oni  e  vicende  d~ archivi  in
       Italia,  impone  che  vengo  completata  da  alcune  altre,  anche  qui  brevissime,
       osservazioni.
           Le dispersioni  e  le  perdite del  materiale documentario sono  state  però
       di .fano inferiori a quello che si potrebbe pensare;  in modo particolare per ciò
       che  riguarda  gli  archivi  di interesse  militare.
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