Page 64 - Atti del primo convegno nazionale di storia militare - Roma 17-19 marzo 1969
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archivi militari che erano conservati nell'edificio di San Michele. Ma la « ten·
razione » del grande scarto è stata anche conseguenza delle deficienze della
organizzazione. Sulla carta, ossia sulle norme di legge e regolamentari sono
previsri i tempi che la documentazione non più necessaria alle immediate
necessità degli uffici, debba rimanere presso gli archivi correnti, per passare
poi agli archivi deposito delle singole amministrazioni e quindi in genere dopo
un decennio, affluire agli Archivi di Stato. Ma al centro, cioè in Roma, quella
sezione dell'Archivio di Stato locale, destinata ad Archivio del Regno, non
poteva sempre ricevere i versamenti, e per quanto si cercassero nuovi locali,
inadatti e provvisori, la situazione non mutava, e cosi le carte rimanevano
presso le amministrazioni che premevano per liberarsene. La stessa cosa nelle
provincie sia per il limiraro numero, lo si è già detto di Archivi di Stato
sia per la carenza di spazio. Un sistema di vasi comunicanti. che si arresrava
con le conseguenze facilmente intuibili. Per cui su la documemazione che
si ammassava nei singoli uffici, e per essi di poco o nessuna utilità, gravava
il disinteresse degli uomini, incentivando quelle tentazioni, Ma lasciamo que·
sto tema, per ricordare altre circostanze che si sono ripercosse su gli archivi
ed i documenti da essi conservati.
Sen7.a accennare di proposito alle vicende degli archivi durante taluni
momenti del processo di unificazione nazionale le cui avvenrure si sono pro-
tratte per anni, ricorderò soltanto le restituzioni operate dall'Austria degli
archivi del Lombardo-Veneto che iniziate sin dal 1869 ebbero termine dopo
la prima guerra mondiale; il trasferimento di atti da Torino a Firenze e poi
da Firenze a Roma, assai spesso avvenuto con criteri arbitrari, gli ultimi
atti rimasti a Firenze sono giunti a l'Archivio Centrale dello Stato solo pochi
anni fa. L'archivio privato della casa di Borbone che aveva seguito gli spo-
stamenti dl quei sovrani in esilio e che poi era finito in un castello della
Baviera, è stato ricondotto in I talia per l'acquisto da parte dello Srato italiano
nel 1950.
Eiù ampie e drammatiche invece le vicende degli archivi durante il se-
condo grande conflitto. La guerra come è noto si presentò con caratteri
suoi propri; il largo impiego della aviazione costrinse a porrare gli archivi
fuori sede, precauzione che non sempre salvò le carte da disr:ruxione; in
Orvieto come loro sanno trovarono tra l'altro sicuro rifugio archivi militari.
La preoccupazione di sottrarre al nemico documenti di interesse politico e
militare, determinò una dispersione, logica dd resto, di questo materiale in
più nascondigli. Del resto già durante i giorni del governo Badoglio fu
compiuta dai carabinieri una azione nell'archivio riservato di Mussolini, dal
quale vennero tolti fra l'altro i fascicoli, ma non tutti, di interesse militare.
La costituzione, dopo il settembre 1943, di un governo al Nord determinò la
partenza di treni e treni carichi di documenti che raggiunsero, ma non
sempre le sedi ministeciali della zona del lago di Garda; altro movimento
verso il Sud ma di molto minore ampiezza. Già prima della fine delle ostilità
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