Page 30 - Le Forze Armate. Dalla scelta repubblicana alla partecipazione atlantica - Atti 27 novembre 1997
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18 EMILIO GENTILE
coscienza, e specialmente nella coscienza dei militari che ne furono più diretta-
mente investiti, una profonda crisi di identità, da cui derivò una mutazione cul-
turale nel modo di concepire la Nazione, lo Stato e il posto dell'Italia nel mondo
contemporaneo" C3D. Le vicende successive all'8 settembre imposero ai militari di
ogni grado di compiere scelte repentine, che coinvolgevano tutta intera l'espe-
rienza, il significato e il valore di una vita, dandole una fede e inserendola in una
più ampia realtà umana, concepita come Nazione, come Stato, che in quel perio-
do apparivano distrutti e annientati per sempre.
Certamente i militari, che per loro stessa natura fondano la loro identità indi-
viduale e collettiva sul principio della fedeltà nei confronti della Nazione e dello
Stato, sul dovere dell'obbedienza verso chi rappresentava lo Stato nazionale, furo-
no i più colpiti da questo tracollo istituzionale e morale, e negli anni successivi
dovettero compiere una propria travagliata mutazione culturale per ricostruire
su nuove basi la loro identità, la loro cultura e il loro ruolo, come militari di un
nuovo esercito ricostruito dalle fondamenta non solo istituzionali e organizzative,
in gran parte dipendenti dalla volontà degli alleati vincitori, ma specialmente ideali
e morali, e queste dipendenti dalla capacità degli stessi militari italiani di sapersi
riprendere dall'annientamento e dall'avvilimento. Le testin10nianze sulla condizione
morale delle Forze Armate all'indomani della fine della guerra sono concordi nel
registrare uno stato di prostrazione profonda all'interno dell'organismo militare e
di isolamento rispetto al resto del paese. Descrivendo nel 1946 lo stato d'animo
"in cui si macera l'Esercito italiano dall'8 settembre in avanti" il generale Zanussi
scriveva: .. rn quei giorni non è crollato soltanto un esercito, ma son crollati una
storia, una tradizione, una fede. E il crollo immane ha avviluppato in un'atmosfera
torbida e pesante il nostro organismo" C3Zl. Ancor più fosco era il quadro della con-
dizione delle Forze Armate quale appariva da talune rappresentazioni della pub-
blicistica militare. La "Rivista Aeronautica" descriveva in questi termini "la sindrome
preoccupante che concorre a definire il morbo contagioso da cui sono affette le
Forze Armate: indisciplina, apatia, disonestà, cialtroneria" C33). Nel ricercare le
cause di questo morbo, la maggior parte dei militari le faceva risalire al fascismo,
che aveva introdotto la corruzione nelle Forze Armate inoculando il virus della
politicizzazione e della megalomania scenografica di una potenza militare che di
fatto non esisteva. Ancora dalla "Rivista Aeronautica" traiamo questa immagine
della condizione delle Forze Armate e della realtà del paese, che probabilmente
rispecchia lo stato d'animo della maggioranza dei militari in quel periodo:
.. otto milioni di baionette, marina ed aviazione tra le più potenti del mondo!
Il sipario discende innanzi ad un apparato gonfio, attificiosamente montato
ma non privo di una certa effettiva consistenza. Al suo rialzarsi tutto è rovina; la
nave è visibile solo per il fumaiolo che emerge, l'ala è in pezzi, la baionetta intrisa
di sangue, giace sul terreno abbandonata dai muscoli d'acciaio i cui cuori e la cui
mente non vennero sorretti. Nello sfondo del quadro un popolo sfiduciato diviso
da calcoli e passioni diverse, agitato nell'affannosa ricerca di titoli, di attestati e