Page 102 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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92 TIBERIO F. MORO
Qualora Iachino intendesse dare un aspetto positivo all'uomo e all'azione,
personalmente non ci trova concordi: ci si domanda se ha letto il giornale di
bordo del Daino, considerato che non si accenna all'altacco successivo. Decisamente
siamo più propensi ad accettare il giudizio del Guerrini, che dall'insieme della
documentazione e dai fatti riportati dalla lettura del Giornale di bordo, permet-
te di recepire nell'azione di Caorle i prodromi di Lissa (30).
Come si è già visto, il Guerrini non è certamente favorevole al Persano (31)
e, sull'uomo, non lo è neanche A.V. Vecchj (Jack la Bolina) che ne dà un giu-
dizio adeguato, anche se sbaglia la data del bombardamento del forte (32).
Nel 1950 l'Ufficio Storico della Marina dà alle stampe il saggio di Romiti, in
cui vengono esaminati gli avvenimenti del 1848-'49 (33). Egli si serve abbon-
dantemente dell'opera del Gonni e dello Stefani, ma tralascia gli aspetti critici
evidenziati da quest'ultimo specialmente quando non mette in buona luce l'ope-
rato dell'ammiraglio Albini.
Per quanto ci consta, lo scritto più recenle, in ordine cronologico, dedica-
to alla squadra sarda in Adriatico è l'articolo del col. Marcheggiano pubblicato
sulla Rivista Marittima (34).
Le operazioni sono traltate in modo frammentario ed in alcuni punti ine-
satto. È un riassunto di modesto spessore che non apporta nulla di nuovo a
quanto conosciuto.
Qualche novità (le lettere di Faà di Bruno) invece, nelle pagine che tratta-
no la campagna del '48-'49, nel recente volume che tratteggia la storia navale
del Piemonte (35).
Che dire dell'Ammiraglio Albini, del suo comportamento, del suo concetto
operativo (ammesso che ne avesse uno) durante i lunghi mesi trascorsi nell'Alto
Adriatico?
Valoroso soldato, arditissimo marinaro, Albini non aveva l'intelletto del suo grado
afferma Gonni (136\ definendolo, più avanti, "il più disgraziato ammiraglio della
storia". E aggiunge:
( ... ) Se quell'anuniraglio si mostrò inferiore al proprio compito non fu già, come dai
più accesi fu detto, per oblique mene o peggio, ma per deficiente cultura storica
militare navale (. .. ).
Egli avrebbe dovuto combattere il commercio austriaco come una forma della atti-
vità nemica c. .. ) avrebbe dovuto sapere che ogni qualvolta un condottiero s'appa-
lesa ai gregari privo di un lucido e logico piano d'azione, in essi si allentano i freni
disciplinari (JJ7).
Anche Stefani, che tenta in parte di giustificare il comportamenlo dell'am-
miraglio piemontese, atTenua che
il giudizio dei contemporanei non fu favorevole a Giuseppe Albini: privato del co-
mando, anche se non collocato subito a riposo, egli conobbe le amarezze dell'uo-
mo a cui la volubile fortuna aveva negato l'agognato successo (38).