Page 101 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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LA CMIPAGNA NAVALIl DIlLI.A MARINA SARDA IN ADRIATICO NIlGLI ANNI 1848-1849 91
è fatto, nello stesso volume, nel saggio del Gen. M. Caracciolo di Feroleto che
tratta del contributo militare degli Stati italiani.
Nello stesso anno, l'Ufficio Storico della Marina raccolse in un volume una
serie di articoli sulle marine preunitarie intervenute nel 1848 e già pubblicati sul-
la Rivista marittima:(127) Alberto Pezza traccia il profilo della Marina Sarda, della
Marina del regno delle Due Sicilie e di quella Veneta, riassumendo gli avveni-
menti in Adriatico.
Ancora, in occasione del centenario, è pubblicata un'opera in tre volumi
che raccoglie numerosi saggi di carattere monografico, ed in particolare lo stu-
dio di Giuseppe Stefani. La flotta sardo-veneta nell'Adriatico ed il blocco di
Trieste che si avvale di documentazione austriaca (128).
L'ammiraglio Iachino, nel suo volume sulla campagna in Adriatico nel 1866 (129)
riferendosi alla precedente attività dell'ammiraglio Persano, ed accelmando alla cam-
pagna della squadra sarda in Adriatico nel '48-'49, afferma che "languì senza alcu-
no splendore". E ancora,
di notevole, in quella campagna, per la biografia del Persa no, non v'è che il com-
battimento tra il Daino e il forte austriaco di Caorle, avvenuto per iniziativa del pri-
mo, il 13 giugno 1848.
Bisogna premettere che, pochi giorni prima, l'ammiraglio Albini aveva ordinato a
un gruppo· di navi sarde e venete, agli ordini del comandante Villarey, di attacca-
re dal largo quel forte e possibilmente di impadronirsene con le truppe da sbarco
che gli aveva appositamente assegnate. (. .. )
Dieci giorni dopo, Persano, che, al comando del Daino, si trovava a Venezia per
attendere un convoglio che doveva scortare a Palmanova, pensò di approfinare
del ritardo di questa operazione per fare una esercitazione di tiro al bersaglio
col suo equipaggio, che non era ancora sufficientemente addestrato al maneggio
delle artiglierie. ( ... )
Si avvicinò infatti bordeggiando a Caorle e, giunto a distanza di tiro dal forte, aprì
il fuoco con i suoi pochi cannoni sul nemico, il quale rispose subito piuttosto vi-
vacemente. Il tiro degli austriaci era ben diretto e riuscì a colpire la nave una quin-
clicina di volte; uno dei primi proieui colpì anzi il brigantino mentre era sotto vela
sbandato sulla dritta, e gli aprì una via d'acqua sotto il galleggiamento. Per nulla
scoraggiato da questo incidente, il Persano fece serrare le vele, ancorò a distanza
ravvicinata dal l'orte, e per circa 40 minuti gli scaricò contro un centinaio di colpi
della sua batteria. ( ... )
Di questa sua azione di guerra egli fece un rapporto piuttosto altisonante all'amm.
Albini, e ne mandò copia direttamente al ministero della Guerra, proponendo che
fossero concesse ricompense e distinzioni onorifiche agli ufficiali e agli uomini del
suo equipaggio.
Egli si rivelò così, anche questa volta di carattere vanitoso ed esibizionista, ma
bisogna riconoscere che, specialmente dopo l'insuccesso del Villarey, Persano fe-
ce bene a dimostrare che le navi sarde, per quanto piccole e poco armate, non
avevano timore di affrontare un fOrle austriaco, ed erano anzi animate da spiri-
to aggressivo.
Il Persa no si mostrò dunque in tale occasione uomo ardito e pronto ad assumersi
iniziative e responsabilità piuttosto gravi. ( ... )