Page 96 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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                 Ma  arrivano ordini da Torino,  portati dal  comandante Spinola  che arriva da
             Trieste su nave austriaca  ad Ancona  il mattino del  7 aprile,  con stupore del  per-
             sonale  imbarcato.
                 L'articolo  5  del  nuovo  armistizio  impone  l'uscita  della  squadra  sarda
             dall'Adriatico,  per cui  lascia  Ancona  al  tramonto  dello  stesso  giorno  tra  la  rab-
             bia  della  popolazione.  A Genova La  Marmora sta  mettendo a posto le  cose;  vo-
             lontari  genovesi,  su  una nave americana vanno a Civitavecchia  per sostenere la
             Repubblica  Romana.
                 Nel  mattino  del  9  aprile  la  squadra sarda è  davanti a Venezia;  c'è maltem-
             po  e  ridossa  sotto  la  costa  istriana,  dove  trova  la  squadra  austriaca.  Ci  sono  i
             tradizionali  scambi  di  saluti  e  l'Albini  fa  alzare  la  bandiera  austriaca.  L'armisti-
             zio sta  per scadere,  forse  è già scaduto e  Albini  è  a  colloquio con  il  capo del-
             la  flotta  nemica,  forse  per concordare  l'evacuazione  dei  soldati  piemontesi  da
             Venezia; sospetti di  tradimento si  insinuano negli equipaggi dei "regi legni",  che
             sembrano materializzarsi quando vedono  Des Gelleys,  Euridice e Malfatano di-
             rigere  per Venezia.
                 Sul  S.  Miebete non  ci  vedono  più:  salpano e  mettono  in  vela;  stessa scena
             sul  Bemldo:  o  contro gli austriaci  o  a Genova,  come aveva scritto  un corrispon-
             dente  da Ancona  sulla  Gazzetta di VenezIa 1'8  di  aprile.
                  La  squadra  dirige  a  sud;  il  piroscafo  AUlblon,  che  non  era  a  conoscenza
             della situazione,  mentre sta  carbonando ad Ancona,  riferisce  che la  squadra sar-
             da  fronteggia  quella  austriaca;  ci  credono ed è  entusiasmo,  ma  non  è vero.
                  Il  fortunale sparpaglia le navi sarde, qualcuna appoggia a Corfù, altre a Malta,
             ma  sono tutte  dirette  a  Genova.
                  Il  5 maggio vi  giunge il  S. M/ebele,  il 9 il  Des Geneys,  E/.(ridiee e Malfa temo.
                  Non  furono  genovesi  festanti  quelli  che  accolsero  le  unità  provenienti
             dall'Adriatico  dopo oltre un anno di  assenza  e  che all'arrivo  trovarono  un  orcli-
             ne  perentorio di  La  Marmora:
                  1.  Che  tutte  le  navi  da  guerra  che  si  presentano in  vista  di  questo  porto vengano
                    spedite  immediatamente a  La  Spezia  senza  lasciarle  avvicinare qui.
                 2.  Tutte  le  delle  navi  rimangano colà ad  aspeltare ordini.
                 3.  Che  non  lascino  naturalmente  sbarcare  gli  equipaggi,  e  che  non  li lascino  met-
                    tere  menomamente in  comunicazione colle  truppe  lombarcle  che  sono acquar-
                    tierate  lungo  la  Riviera.
                  4.  Che  le  delle  navi  abbiano ad  evitare ad  ogni costo,  usando all'occorrenza anche
                    la  forza,  l'imbarco o  tmnsito  cii  tutte  o  parte  delle  mentovate  truppe  lombarcle
                    sulle coste  della Toscana e  degli Stati  Pontifici.
                  5.  Che  il comandante  le  forze  in  discorso  abbia  a  meltersi  in  relazione  colle  forze
                    francesi  presenti nelle vicine  acque,  ed abbia  a  dargli  cOlllunicazione  cii  queste
                    istruzioni (10).
                  L'ordine aveva  il  duplice scopo di  impedire che  ci  fosse  un flusso  di  solda-
             ti  della  disciolta  divisione lombarda  verso  la  Toscana  e  la  zona  di  Roma  e  nello
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