Page 91 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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lA CAMPAGNA NAVALE DELLA MARINA SARDA IN ADRIATICO NEGLI ANNI 1848-1849 81
Il nostro primo pensiero sarà rivolto alla guerra: intendiamo spingerla con tutta
energia e col più grande ardore, convinti che non v'ha sacrifizio che sia grave quan-
do è richiesto per la nostra indipendenza. Vi domanderemo senza tema quei mez-
zi, che sono necessari per difenderla ed assicurarla, poiché non verremo a patti col
nemico, se non consente a lasciare libero e sgombro il suolo d'Italia ( ... ) (91).
La dichiarazione dell'armistizio del 9 agosto, però, azzerò tutti i pro-
grammi, - ammesso che ne avesse predisposti - dell'Albini. Anche la sua
partenza dalle acque di Venezia per dirigersi ad Ancona fu oggetto di una
polemica giornalistica (92).
La squadra sarda era stata preceduta ael Ancona dal vapore pontificio Roma,
il 25 agosto.
Giunse pure la goletta sarda la ~ìajJètta, proveniente da J'vIalamocco. Ieri sera [30]
vennero i vapori sardi il TliPoli e il Maljà/ano, ed ora entra in porto il Gulnam,
tutti e tre provenienti dalla squadra, la quale sembra verrà in Ancona sino a che
passi il tempo dell'armistizio (93).
Mentre le unità sarcle tergiversavano, il 23 di agosto Guglielmo Pepe ema-
nava l'ordine del giorno per la difesa di Venezia:
( ... ) Noi difenderemo Venezia, questo baluardo d'Italia, che in tanti secoli non cad-
de mai, sebbene combattuto più volte da nemici superiori a quelli, che or ci fron-
teggiano. Noi la difenderemo finché ci giungeranno gli attesi aiuti. Anziché abbandonare
nel servaggio i fratelli veneti, incontreremo la morte, non deplorando la nostra fi-
ne. Le difese che ci offre l'Estuario non ci farebbero cadere invendicati, ed i veri
figli d'Italia invidierebbero la sorte dei difensori della Venezia (94).
Dopo l'armistizio
Per le disposizioni armistiziali le forze sardo-piemontesi terrestre e navali
dovevano abbandonare i territori e le acque veneti.
Non appena a conoscenza dell'avvenuto armistizio, fu il Gyulai che ne clie-
de avviso all' Albini, tramite il capitano di corvetta I3urguignon che imbarcò sul
Vulcano per andare a cercare l'ammiraglio sarclo; ma la sua risposta fu interlo-
cutoria, in quanto affermava di non aver ricevuto istruzioni dal suo governo.
Queste arrivano tramite un ufficiale piemontese, che imbarca a Trieste per
una identica missione a quella del sUo collega austriaco, ma anche in questa oc-
casione l'Albini nicchia.
Terzo messaggero è il generale Della Marmora, comanclante delle forze sar-
de a Venezia; ma non ottiene risultati positivi, tanto che Albini gli comunica che
ho spedito per mezzo di corriere straordinario un mio dispaccio al Ministero di
Marina per avere ordini e istmzioni in proposito.
Nelle intenzioni dell'ammiraglio c'era la possibilità di rimanere nelle acque
venete per impedire la ripresa del blocco cii Venezia da parte degli austriaci.