Page 246 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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          retoriche  nazionaliste  (i  ftgU.  le  m:tdri,  i  fr:uelli),  l'autore si era scagliato  contro
          le Nazioni Unite,  il governo italiano,  il Congo "barb:tro"  e  il "comunista"  Gizcnga.
          Guerriero proseguiva  ri:lSSumendo a grandi linee la situazione in Congo, da  un
          lato  l  lumumbisti,  favorevoli  a  uno Stato centmliu.ato,  dall'altro  i  katanghesi.
          vessilliferi  di  una soluzione  federale:  ·ora,  di questo, al  pubblico occidentale,
          non import3  nlente ( ... ). i: affare loro , dei <.:oogolesi, e se  la sbrighino l  congo-
          lesi  fr&  loro. Abbiamo o  non abbiamo proclam:uo il principio dell'autodetermi-
          nazione? •. L':turore proseguiva descri\•endo i passaggi che, dali:! morte di Lumumba
          a  quella di  Hammarskj6ld ("vinima  di quella follia  dei suoi dipendenti",  e  cioè
          di sostenere una fazione contro l'altra) avevano visto il paese dividersi tra l'erede
          di Lumumba. Antoine Gizenga appoggialo dali'Urss. il governo centr:tle (la triade
          l<asabuvu,  Adoula e  Moburu) appoggiata  d:JII'Ocddente e  dali'ONU. e  ì  katan-
          ghesi di Tschombé sostenuti d.1i  belgi e  dagli altri colonialisti. "l  nostri :IVitttori
          sono c:tpiL1ti  al centro di questa  lotta fra cannibali". concludeva Guerriero. Ma.
          ;~ l  di là della  scelta  generale di in,'iare l'aerobrigata  tra  quei "selvaggi",  il gior-
          nolista  del  "Corriere",  ponendosi quesiti sulla  dinamica  dell'eccid io, estendeva
          implicitamente un sospetto sulla guarnigione di caschi blu ma lesi presenti all'aero-
          porto di Kindu,  che non avevano saputo ne"  prevenire la cartura  né impedire ìl
          massacro dei loro commilitoni italiani. Essa  •si rese complice dei massacr:nori".
          La  conclusione dell'articolo  era  dedicata  infine a  queii'Antoine Gizenga  consi-
          derato  il  diretto  mandame dell'eccidio.  "Coloro che  in  Africa  predicano  l'odio
          razziale  e  gli  europei  che  li incoraggiano"  concludev:J  Guerriero con  un  riferi·
          mento forse più all'"erede di Lun1Umba"  e ai suoi sostenitori nelle sinistre italiane,
          che a Tschombé "non  dicano:  non volev:•mo questo.  Questo che  è  acc:~duto è
          la conseguenza  fatale della  loro predic:azionc::  Che  il  popolo italiano capisca  a
          chi (: debitore di questi orrori. E se ne ricordi" m>.
             Di  ben altro  tenore  apparve l'articolo di fondo del  principale  concorrente
          milanese (anche dal  punto di  vista  politico) del ·corriere", ovvero "Il Giorno".
          Simpatizzante verso il nascente centro-sinistra. il quotidiano di Mattei aveva abbrac-
          ciato - sulla  falsariga  dei  partiti centristi - una  posizione favorevole alle inizia-
          Live  delle  Nazioni  Unite,  e  quindi  duramente contraria  alla  politica  belga  e
          katanghese. Il direnore ltalo  Pietro~, dopo essersi associato al cordoglio unanime.,
          elencava l punti principali emersi dal dihallito che i  f;mi di Kindu avevano imme-
          dlatamenle innescato. Da un 13!0 emergevano le responsabilità delle classi  diri-
          genri belghe, sostenitrici del ·governo-fantoccio" di Tschombé e della sua seces.~ione:
          ~(. .. )  Alla base dello squilibrio e delle Ione incessanti dell'Africa Nera di oggi (e
          dd Medio Orieme di ieri) è molto facile trov:~re glt ime ressi,  le manovre e le toue
          di grandi gruppi europei (. .. ). A  proposito delle pagine di sangue che vanno da
          lumurnba ad  Hammarskj6eld e  ai  tredici raga1.z:i  di  casa  nostra,  non è  azzardalo
          osserv:~re che se i grossi gntppi di Bruxelles (e di Londm) si fossero  rassegnati a
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