Page 300 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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288                                           SALVA1'0RE MINAMOI


             La  presa di posizione deU'Italia, che rappresent:lva  un salto di qualità dovuto
                                                               2
          in  una  certa  misuro  alla  iniziativa  del  presidente del  Consigliò Cossiga < 6),  era
          quindi un chiaro sintomo cJj  inversione di tendenza della condoua intemazjonale
          dell'Italia che si allineava ora, nel momento del pericolo. :~Ile po:;izjoni degli Stati
          Uniti sugli euromissili. sulla crisi ir:~niana (ancorché con qualche distinguo a questo
          riguardo) e  sull'im•asione dell'AfghaniStan. Questa evoluzione era  resa  possibile
          dal ricJjmensionamento elettorale del Partito comunista e dal suo ritorno all'oppo-
          sizione  parlamentare,  una volta  constatata  l'impossibilità di  entmre direnaroeme
          nel governo del Paese. Due circostanze che, di qua e  di là dall'Atlantico, furono
          accolte con sollievo in una delicata congiuntur.t intema:Lionale che investiva diret-
          tamente l'Europa occidentale. Qui si avvertiva una crescente sensazione di vulne-
          rabilità  e  insicurezza  per l  mutamenti  intervenuti  nella  realtà  intemazion.ale.
          Mutamenti che mcncvano in discussione alcuni aspe:ui del  rapporl<> dell'Europa
          con Washington dove il  nuovo inquilino della  Casa  Uianca,  Ronald Reagan. em
          deciso a  ridare agli Stati  Uniti  1:~  leardersbip mondiale.  rovesciando la  tendenza
          al decadimento della potenza militare americ-Jna ( ffi e  ripensando in tennini nuovi
          i rapporti 1r:1  $t:1ti Uniti e  Unione Sovietica dopo la crisi dell'ass~uo bipolare '  281 •
             Cosicché, nel complesso e incerto panorama interna.zionalc degli albori degli
          anni Ottanta,  l'Italia  riaffe.rrn.ava  i criteri  che erano alla  base della  sua  politica
          estera. svolgendo una  intensa auività cJjplom.atica sia :.ul piano multllarerale che
          su quello  bilaterale. Tra il 1979 e  il  1984,  lnfaui.  pur stentando a costruire sulla
          sua  sost::~nziale stabilità una più incisiva linea di  politica  estera,  l'Italia  rivendi·
          cava  un suo n1olo e  si allineava agli  altri  paesi europei. dimostrando di  volere
          perseguire  una politica di maggiore presenza nella vita internazionale Wl. Si assi-
          steva percib a  una ripresa della  politica mediterranea dell'Italia,  in  connessione
          con  l'allargamento  della  CEE  ma  con alcune  carauerisriche  proprie  (gasdouo
          daii'Aigeri:t, garnnzia della neutrali!à di Maha,  ricerca di Stabilire  rdpponi con la
          Spagna,  la Jugoslavia.  I'Egiuo.  l'Algeria, ecc.).  !.'attivismo djplomatico dell'Italia
          coglieva di sorpresa  u.n  po' tutti, soprattutto quanti  era.no abituati  al  grigiore e
          alla subalternità della sua  politica estera mostrat:asi fino ad allora  priva  di crecJj-
          bilità  e  di  realismo 00)_ In  questa  prospettiva si  rafforzano  alcuni  strumenti di
          politica estera, come un incremento del bilancio della difesa, in relazione anche
          ai crescenti armamenti  della  Libia  e  alla  indeterminatezza  della  politica  estera
          libica, e  rilevanti fondi per la  coopc.razjone e lo sviluppoCtl.
             In  un contesto  internazionale  che  presentava  diversi  problemi  aperti  in
          tutti i campi e  ìn  wue le aree - i problemi interni della CEE; il deterionmento
          dei  rapporti 'Est-Ovesr:  l'arco delle gravi crisi dal Medio Oriente all'Afghanistan
          e  fino  al  Sud-Est  asiatico;  e  i  non  meno  complessi  e  pressanti  problemi
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