Page 305 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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prima Carter e poi anche Sadat suggerirono al capò del governo Italiano di
compiere una missione esplorativa in alcune cnphali :arabe. DI qui il pellegri-
naggio diplomatico di 1\ndreotti c del suo ministro degli Esteri l'orlan! in
Africa senentrionale e in Medio Oriente. Prima tappa l'Egitto. Al Cairo Andrcoui
e Sadat proclamarono "In teoria del 'primo capitolo' di un libro d1 pace" del
Medio Oriente, del quale si sarebbero scritLi in seguito altri capitoli. Dalla terra
dei Faraoni Andreolll e Forlani si recarono, nell'ordine, io Libia, Giordania e
Iraq dove ebbero modo di consta.tare come le reazioni dì quei !!!Ovt:rni fo~st:ru
assaa diverse da quelle ipotiu:.lle alla Casa Bianca. Qui si riteneva, lnfani. erro-
neamente, sulb scona di inrormazioni supe.rficiali. che ci sarebbe stnw
soltanto 'qunlche protesta e nulla piit". Viceversa i due \tomlni di governo
itali:lr1i tiscontr.Jrono ovunque un'atmosfera osaile per quello che considera-
vano il "tradimento" di S;~dat, il quale, assicur:andosi il Sin:lì, ttvev:a lndeholilo
il fronte comune.
L.t Farnesina comunicò subito a W;ishlngton l risult:ui della missione diplo-
matica italiana a Ttipoli, Amm:1n e Baghdad, Insieme con Il suggcrimen10 di ripren-
dere le relazioni con l'lr.Jq, il cui governo si era rnosuato desideroso di avvlcinursi
agli Sratl Uniti <m.
Ln posr.donc delrltnlin sul Medio Oriente crn quella dei paesi della Con1u·
nil~ europea. Essa non er:t in contmsto con le intese di Ca m p Ouvid ma
andava oltre poiché Roma. stimando tali intese limitate nei loro obiettivi, ritc·
neva necessaria una soluzione globale. al fine di pervenire a una vera pace.
anmverso il coinvolgimento dell'Organizzar-ione per i:1 Libcmr.ione ddb Pah:-
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stina (OLP) e il reciproco riconoscimento dei palcstinesl e di lsrade < jJ. Nel
1980. alla riunione del Consiglio eutopco di Vcno:~ia il capo del governo Cossiga
assumeva l'impegno di patròcin:tre l'aperwra d ei ncgo~lati dì pace tra p~tlc
stincsi e israelir1ni, coniando per l'Europa il lll(llo eli •soggcuo politico spcci·
fico". Il che procurò qualche irrigidimento negli ambienti poll1ìci ìmlianl più
flloamcricani, i quali temevano che tale .5pecifi(.ì/lJ sottolineasse un distinguo
da Wa.s.hing&on c~•>.
Parudossalmcnte gli accordi dì Camp David determinarono il momento più
tcmpesroso della divaricazione nel ca.mpo ambo ma aprirono la strada a un limi-
t~ lo processo negoz.iale dinamico nel mondo ar::abo che da decenni si rivehavu
incapace di eliminare anche uno solo dei connini interni che lo tr.Jvagliav;tno.
Egiuo e Libia. Siria e Iraq. Giordani:l e Siria, Algeri:! e Mttrocco avev;Jn~> offert()
un lungo campionario di vo lr:tfaccia e rivoluzioni e guerre civili e tradimenti c
assassinii. E in questo sfondo di laceranti contrasti l'unico denominatore comune
che quel mondo ribollente di odiì er'.l riuscito a trovare era la prescm!.a di l$raele
ne.lla regione. In questa cornice vanno lnquadm'le la questione palcstinese e il