Page 32 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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          L'opinione pubblica è talmente irrir:na che iltent:ltivo dj sfruuare l'accaduw contro
          ~e forze  politiche di governo ha un successo modesto. Tumrvia. quando l'oppo-
          sizione di sinisrr:~ ricorda  in Parlamento di essere stata contraria e  chiede che in
          avvenjre si  tragga  insegnamento dall'accaduto,  ottiene  udienza.  Nel  partito  di
          maggioranza relativa l'ala  più religiosa che politica rrana. Passemnno dodici anni
          prima che una nuova missione militare italiana si diriga all'estero_
             Si  ricornincer-;ì col soccorso navale ìn occasione di disastro. Esso "può essere
          considerato come una fom1a  di aiuto militare al porere civile~. difficile da rifiu-
          tare perché esiste da secoli, :1  livello  internazionale, un:1  •forte tr:rdiz.ione nav:ùe
          di provvedere a imo d'emergenza al di fuori del rerrilorio naz.ionale, che ha rrequen-
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          temente coinvolto  casi  di  cooper:~zione internazionale" 0 >. Piogge  torrenziali
          flagellano  la  Tunisia  verso la fine di marzo  1973; il fiume MeJerdah  straripa con
          eiTeni dj~astrosi. distruggc.:ndo  case e raccolti e provocando un centinaio di morti
          c.:  24.000 senza  reno- Il  29 marzo l'incrociatore Andrea Doria è  ga nel  porto di
          Golena;  a  C:trtagine fanno b'J.Se  tre elicoueri  imbarcati e  tre altre macchine del
          ~o Cìruppo Elicouerl, giumi in volo da Catania. Sono i primi ad arrivare: neì primi
          cruciaU due giorni salvano  700 persone e  trasportano  20 t. di materiali di prima
          necessità. Il 31  marzo il Doria è  rile\~.JtO da un Gruppo Navale, compo:;to dall'incro-
          ciatore  Viuorio  Veneto e  dai  et.  Impetuoso e  Indomito.  che continua  l'opera di
          soccorso  fino al 4  aprile.  In nov:mta  missioni,  condone  fino  a  località  distanti
          J6o  km,  è  stato salvato un  migliaio di  persone e  sono state distribuite 44  t. di
          viveri,  oltre a  medicinali e  vestiario_ Il  presidente tunisino  Bourghiba aggiunge
          ai riogra7..iame.nti, con  una iniziativa  personale, alte onorificenze al  merito della
          Repubblica tunisina:  in  Italia  il  ministro della  Difesa  esprime  apprezzamento e
          gratitudine a nome dei Paese, l'opinione pubblica accoglie con favore il successo
          dell'intervento. Però. tra le parole e  le righe delle vesuli dell'antimperialismo si
          avvertono perplessità: cosa ranno queste navi, tune queste navi, a Tunisi, obiet-
          tivo storico di invadenza italiana? Anche l'onorevole Napoleone Colajanni, nell'aprile
          1897,  aveva  deplorato che l'Italia  fosse  intervenuta a  Creta  "con  tanto lusso di
          navi~- Solo che  Colajanni aveva  fano  riferimento  a  considerazioni  di  politica
          internaz.ionale- il MedìterrJneo  era e  rimaneva un lago inglese- che gli avevano
          fatto ritenere sovr.ldimensionato l'impegno, mentre nel 1973 parrebbe che i motivi
          di critica verso una senimana di soccorso umanitario apparissero francamente di
          ben più modesto spessore. Oltrerutro, il Gruppo Navale si era mosso nel quadro
          delle visite già  progr.1mmare per la Squadra.
             Nell'aprile  1979 c'è  un  nuovo intervento in Adriatico,  a  c:wsa di  un  terre-
          moro che ha devast:JIO il  Montenegro. la nave da sbarco  Caorle ponn da  Brin-
          disi :1  Ragusa  (Dubro~·nik) 700 tende da ouo posti dascuna e 1!00  lelli completi
          di materassi. lenzuoli, coperte e  guanciali 03>.  Reazioni positive, oppure nessuna
          reazione: la  notizia e  basta_
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