Page 31 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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ESERCITI RISORGIMENTALI E VOLONTARI GARIBALDINI VERSO L'ESERCITO NAZIONALE 15
L'accordo tattico tra Napoleone III e Cavour nascondeva una profonda
divergenza sulle finalità di fondo da perseguire. Gli italiani volevano cacciare
l'Austria dal territorio nazionale mentre l'imperatore dei francesi, sulla scia del
suo avo, voleva annientare la potenza asburgica (IO) sostituendo all'egemonia di
Vienna quella di Parigi.
Cavour dunque operava su due binari, facendo grande affidamento sulle
capacità di penetrazione e di convinzione degli uomini della Società nazionale
che stavano costruendo il consenso intorno alla linea politica di Torino.
L'iniziativa popolare, ben supportata dalla presenza di Garibaldi e dei pie-
montesi, avrebbe portato a superare l'ipotesi di un regno dell'Italia centrale pro-
gettato da Napoleone III. L'intervento dei due eserciti, quello francese e quello
piemontese, avrebbe consolidato il fatto compiuto.
Di particolare interesse appaiono le "N orme generali" (Il) che precedono il
"Modo pratico per iniziare il movimento". Comincia a prendere corpo in esse un
primo approccio al tema del volontarismo militare. C'è consapevolezza della
necessità e utilità di questi uomini, ma molta diffidenza nei loro confronti.
«Che la guerra e la sollevazione si aiutino a vicenda; ma abbiano, per quan-
to sarà possibile, un terreno distinto e separato. Gli eserciti regolari intiepidisco-
no lo slancio rivoluzionario, e le bande insurrezionali rovinano la disciplina
degli eserciti».
Si ipotizzava quindi una diversa utilizzazione delle forze regolari e di quel-
le irregolari in un rapporto di complementarità e collaborazione, ma non di
unità di azione.
Si operava anche una ulteriore precisazione: «Che le bande rivoluzionarie
siano solamente adoperate là dove nascono spontanee per il solo fatto della rivo-
luzione. Le bande reclutate dopo compiuto il movimento sciupano una quantità
enorme di denaro e di munizioni, e non si battono».
Infine si escludeva l'ipotesi di incorporare nell'esercito le bande stesse.
Si sperava invece di accrescere le fila dell'esercito sardo con i coscritti e i mili-
tari degli eserciti degli altri stati che ci si proponeva di far disertare in gran numero.
Un aiuto significativo in tal senso venne dalla riforma del sistema di recluta-
mento militare dell'impero asburgico fino allora prevalentemente di mestiere.
Con la nuova legge -- del settembre 1858 - fu introdotto il principio dell'obbligo
generale e personale e fu soppressa la surrogazione per contratto privato fino
(10) D,ti rapporto di Cavour a Vittorio Emanuele II del 24 luglio cit., p. 107.
(11) Epistolario di Giuseppe La Farina raccolto e pubblicato da Ausonio Franchi,
tomo secondo, Milano, 1869, p. 82.