Page 34 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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18 ANNA MARIA ISASTIA
persona, chi con la parola, chi col danaro. Se l'esercito potesse raccogliere nelle
sue file tutti i cittadini atti alle armi, il problema sarebbe tosto e ben risoluto,
facendo appello a tutti gli uomini sani di corpo e forti di membra; ma l'esercito
stabilisce le classi dei cittadini proprii alle armi; sicché le altre classi resterebbero
inoperose ed oziose nella lotta, se non si volessero ammettere i corpi dei volonta-
ri. Così, per esempio, le leggi di leva ammettono nell'esercito i giovani dai venti
ai ventisei anni, perché i più giovani e i più vecchi non possono sostenere le fati-
che ed i disagi del soldato, e per altre ragioni che per brevità taccio. Posto ciò,
cosa fareste voi dei giovani di sedici, diciassette, diciotto e diciannove anni che
sentissero il bisogno di volare al soccorso della patria? Cosa fareste voi degli
uomini di trenta, trentaquattro e trentasei anni che non potendo reggere alle fati-
che di una campagna, vorrebbero non pertanto prestar l'opera loro in altro modo
per la difesa della patria? Cosa fareste di tutti quei cittadini ai quali ripugna il
mestiere delle armi, ma che desidererebbero combattere il nemico della patria
nostra? Certo sarebbe più che stoltezza privarsi di tante braccia. E come utilizzar-
le? Si utilizzano organizzando codesti cittadini non compresi nelle classi di leva, o
non atti al mestiere del soldato, in guardie nazionali mobili, in battaglioni di
volontari, in corpi franchi, ecc., secondo l'età, la disposizione e la volontà dei sin-
goli cittadini. I volontari sono difficili a disciplinarsi, non sono sì bravi nel com-
battimento in rasa campagna come i soldati di ordinanza, ma certo è molto più
vantaggioso di servirsene che vederli colle mani in mano starsene oziosi nei caffè.
Del resto, quando si ha abilità di educare i volontari, si può da essi ritrarre il
massimo vantaggio. lo non so se nell'ultima guerra italiana vi sia stato un corpo
di artiglieria più bravo di quello di Bandiera e Moro, battaglioni più svelti e bravi
dei bersaglieri di Manara, dei bersaglieri milanesi di Venezia, dei cacciatori del
Sile. Il reggimento di Civica romana, comandato da Gallieno, si è distinto a
Vicenza per bravura e per disciplina; il reggimento di Friulani, e la legione della
Civica bolognese, si sono distinti a Venezia per la disciplina e l'istruzione. Ricor-
diamoci che i volontari di Washington hanno battuto le migliori truppe inglesi, e
che i volontari di Dumouriez divennero i primi soldati del mondo.
Nel 1848 si è fatta la guerra ai soldati di ordinanza e si è avuto massimo
torto: oggi si fa la guerra ai volontari, e si ha ancora torto. Nella guerra ventura
d'Italia bisogna che il duce supremo chiami alle armi e organizzi in corpi regolari
la gioventù compresa nelle classi di leva secondo la legge, ed organizzi, secondo
la natura dei luoghi, l'indole degli abitanti, l'età, le condizioni, ecc., in corpi
speciali tutti quelli che non sono compresi nelle liste di leva, ma che volontaria-
mente si offrono per combattere» (17).
(17) G. Ulloa a G. Pallavicino, Parigi, 9 gennaio 1859, in Memorie di Giorgio Pallavicino
pubblicate per cura della figlia, voI. III (1852-1860), Torino, 1895, p. 489-490.