Page 38 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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            Mezzacapo aveva per esempio il compito di penetrare nelle terre del  papa al  primo
            cenno  di  sommovimento  e  si  pensò  anche  di  poterla  mandare  in  Veneto,  prima
            della firma del non previsto armistizio.
                 Il  generale  Luigi  Mezzacapo,  transfuga  napoletano  e  uomo  della  Società
            nazionale  italiana,  aveva  firmato  - insieme  al  fratello  Carlo  - l'editoriale  del
            primo numero della "Rivista Militare" pubblicata a Torino nel  1856.
                 Liberata la Lombardia e i Ducati, furono  insediate a Milano e Piacenza com-
            missioni  per l'arruolamento volontario  nell'esercito sardo;  una terza commissio-
            ne  operava a Bergamo presso il  battaglione bersaglieri - mentre a Varese,  Como,
            Lecco,  ancora Bergamo - in Valtellina e a Brescia venivano istituiti depositi  per  i
            volontari che intendevano entrare nei  Cacciatori delle Alpi.
                 AI tre  formazioni  si  vennero  costituendo  a  Parma,  a  Modena,  nel  resto
            dell'Emilia e  in  Romagna  a  partire  eia  metà giugno:  dai  Cacciatori  della Magra,
            confluiti  poi  nella Brigata Modena, alle  due colonne  mobili  agli  ordini del  gene-
            rale  Roselli  e  del  colonnello Masi, ai  volontari  organizzati  a  Torino  da  Massimo
            d'Azeglio e trasferiti poi a Bologna.
                 Non  sarà  inutile  ricordare  che  i  volontari  furono  addestrati  da  ufficiali
            dell'esercito sardo e che tutti  i corpi si  riconoscevano  nella disciplina, nelle  leggi
            e nella  struttura dell'esercito piemontese, per la  precisa volontà di  poter operare
            rapidamente una successiva fusione delle singole formazioni nell'armata.
                 Interrotta bruscamente la guerra con l'armistizio di Villafranca ed avviate le
            trattative  per la  firma  del  trattato  di  pace,  il  28  luglio  La  Marmora emanò una
            circolare per congedare i dodicimila volontari arruolati «pel  tempo della guerra»
            e non appartenenti né al  Regno di  Sardegna né  alle  province lombarde.  Coeren-
            temente  con  il  comportamento  precedente,  anche  all'atto  del  congedo si  cercò
            di  agevolare  i  volontari,  condonando  il  debito  di  massa  a  quanti  non erano  in
            grado  di  pagarlo,  lasciando  loro  il  corredo  e  sovvenzionandoli  con  una  inden-
            nità di  via  (22).  Molti di loro tornarono a casa.  Quelli che rimasero  nei corpi esi-
            stenti  in  Toscana,  nelle  ex  legazioni  pontificie  e  negli  ex  ducati  di  Modena  e
            Parma furono posti agli ordini del generale Manfredo Fanti e riuniti nell'esercito
            della Lega  dell'Italia  centrale.  Per  circa  due  mesi  Fanti  fu  affiancato nel  coman-
            do dell'esercito della lega da Garibaldi.
                 I  Cacciatori  delle  Alpi,  la  cui  ferma  scadeva  il  17  marzo  1860,  furono
            trattenuti  in  servizio  e  il  7  settembre  J 859  furono  ordinati  su  una  Brigata di
            due Reggimenti  (2.1).



                 (22)  Ivi,  p.  150.
                 (23)  V.  Ilari, Storia del servizio militare cit., p. 362.
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